Schermi di’Italia

Nel 2006 c’erano in Italia 713 cinema monosala. Otto anni dopo, nel 2014, avevano chiuso 1 schermo su 4, ovvero 183 sale per una percentuale del 25,66%. Questa emorragia è incentrata soprattutto al centro e al sud, ma non bastano certo le timide nuove aperture avvenute in Lombardia, Veneto, Umbria, Valle d’Aosta, Lazio, Puglia e Basilicata ad invertire la tendenza. Tale dinamica non è soltanto un fenomeno endogeno del mondo del cinema, ma è fortemente influenzato dal mercato immobiliare. Utilizzare uno stabile in centro per proiettare dei film è decisamente diventato un investimento poco interessante. Eppure la funzione di una sala cinematografica non è soltanto quella economica, ma ha da sempre un’utilità sociale ed un effetto connotante del tessuto cittadino e non è un caso se alla chiusura degli esercizi cinematografici si accompagna un declino più generalizzato dei centri storici di comuni grandi e piccoli.

Il famoso cinema Capitol di Milano
Il famoso cinema Capitol di Milano

Se si sposta l’osservatorio dalle monosale al totale degli schermi in generale la situazione non migliora, anzi si registra una complessiva diminuzione di 581 schermi. Quelli rimasti hanno cambiato morfologia concentrandosi soprattutto su sale più piccole (soprattutto quelle con meno di 100 posti) la cui incidenza è passata dal 7,75% del 2009 al 9,23% del 2013. Tale cambiamento è direttamente correlato alla crescita delle multisale con almeno 5 schermi, il che denota che la crescita quando c’è non riguarda quegli esercizi, monosala o con meno di 5 sale, che trovavano la loro sede nei centri cittadini. Il cinema così come il commercio al dettaglio è stato progressivamente spinto ai margini dell’abitato, presso quei centri commerciali dove i negozi ed i ristoranti sono un po’ tutti uguali e spesso in franchising.

esterno-cinema-con-sole

E’ un bene o un male? Se stiamo ai numeri dobbiamo rilevare che di fatto il cinema non sta attraversando un periodo florido e al di là di quanto si possa dire a proposito dei film. Bisogna quindi ammettere che andare al cinema è un’esperienza in sé e se tale esperienza non è poi così affascinante come un tempo, anche a tale dinamica va imputato probabilmente il calo degli incassi. Parcheggi ciclopici e stanzoni rimbombanti di trailers, strepiti e varia umanità che assomigliano ad un aeroporto non sono esattamente un quadro romantico in cui accompagnarsi a braccetto con la propria metà, né probabilmente l’alveo preferito dai cinefili.