Sir Roger Moore parte per una nuova missione

E’ morto ieri in Svizzera, dopo una breve ma dura lotta con il cancro l’attore che ha impersonato lo stile inglese del perfetto gentiluomo a cavallo degli ultimi due secoli. Ne hanno dato l’annuncio i tre figli Deborah, Geoffrey e Christian (tutti e tre avuti dalla ex moglie italiana, l’attrice Luisa Mattioli) senza nascondere la natura del suo male. E perché avrebbero dovuto? Eppure si parla d’infarto o d’incidente, ma si tace spesso il tumore, come se fosse qualcosa di cui aver paura o, peggio di vergognarsene.

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Per molti il talento di Moore era discutibile, ma nessuno può negare uno stile unico ed affatto particolare che lo ha reso un icona ironica ed elegante destinata a durare sugli schermi per chissà quanto tempo ancora. D’altro canto non era mica facile cominciare come Ivanhoe, proseguire come Simon Templar, dividere lo schermo con un gigante come Tony Curtis nella serie “Attenti a quei due” e subentrare infine a Sean Connery nella parte dell’agente segreto più famoso della storia e seppe farlo con humor e classe, che usò entrambe in abbondanza per sopperire ad un’inarrivabile fisicità del rivale. A tal proposito ebbe addirittura a dire una volta “Non farei mai a pugni con Sean. E’ grosso.”

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A 90 anni suonati non era certo in pensione ed aveva recentemente accettato il ruolo di ambasciatore dell’UNICEF, oltre ad essere apparso meno di un anno fa sul palco del Royal Festival Hall. Una volta vedovo e tre volte divorziato non si può negargli una certa tenacia con il gentil sesso.  Ci lascia quasi un centinaio di crediti tra film e serie TV a cui si aggiungono un paio di regie televisive per qualche episodio di “Simon Templar” e “Attenti a quei due” ed una manciata di produzioni, oltre naturalmente a quello sguardo ammaliatore che è forse desueto ma sempre affascinante.

 

 

The Latin Dream

Un film sulle scuole di ballo latino americano, con la classica storia d’amore e la perfida compagna del protagonista pronta a tutto pur di vincere.

Ambientato nella città  metropolitana di Milano con magnifiche viste dall’alto e articolati giochi (o effetti) di slow-fast motion, per valorizzare le performance dei bravissimi ballerini che compongono i gruppi che si sfidano in “battaglie” di ballo per il bramato premio e la vittoria, che li porterà  ad essere i migliori in assoluto.

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La fatica e la dedizione per raggiungere la perfezione è costante e maniacale, per raggiungere quei livelli ci vuole sacrificio e sentimento.

Il mondo dei Salsero è  immenso, la loro cultura, perché così si può definire è composta dal legame che formano, ma non solo, anche della famiglia che creano tra di loro è particolare, come in una tribù.

I valori come l’aggregazione, il sacrificio e l’amicizia sono importanti e il finale …. classico come un cartone animato per i più piccoli, dove il bene vince sul male.

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il 29 giugno nei cinema, distribuito da Socialmovie.

VIP – Very Invisible Person

Attori ed autori si votano spesso ad una vita di sacrifici (chiamiamoli così) per avere la loro dose di visibilità in terra e si spera, il più tardi possibile, anche gloria imperitura. Poi però si accorgono dell’inevitabile scocciatura di divenire un personaggio pubblico e finiscono per essere schivi e riservati, celati alla vista e resi irraggiungibili dai fan grazie ad un’impenetrabile rete di guardie del corpo. Anche i vetri delle auto su cui viaggiano sono scuri così che non li si possa scorgere.

Robin Wright colta da così lontano che potrebbe essere una vostra lontana cugina
Robin Wright colta da così lontano che potrebbe essere una vostra lontana cugina

Durante il festival di Cannes è possibile scorgere i grandi personaggi a patto di essere disposti a lunghe attese sotto il sole o più spesso sotto la pioggia battente, litigandosi qualche decimetro quadro in quei pochi metri, forse cento o poco più, che separano l’hotel Majestic dal red carpet. Bisogna però essere tenaci e pure alti per scorgere al di là delle transenne il balenare di una guancia o lo svolazzare di un capo di vestiario del proprio beniamino.

l'androne del Majestic a Cannes
l’androne del Majestic a Cannes

Dobbiamo però rendere merito ad una certa coerenza degli organizzatori che non hanno mai pensato di farne una festa popolare, ma è dichiaratamente un evento per gli addetti ai lavori dove il pubblico, a patto che sia ordinato, patinato ed in abiti eleganti è semmai tollerato piuttosto che benvoluto.

Queer Night 2017 Final
Della parca esposizione dei VIP ne fanno commercio gli americani, come sempre maestri del mercimonio, che nel loro padiglione, asserragliato dietro le impenetrabili transenne del Palais Du Festival, mettono in vendita l’ingresso agli eventi cui partecipano i big. Sì perchè se ieri volevate “ballare via la notte” (“dance the night away” dice espressamente il volantino americano) con John Cameron Mitchell in occasione dell’evento Queer Night 2017 (an LGBT celebration) avreste dovuto avere un accredito per accedere al Marché du Film ed aver sborsato gli oltre 200 dollari che occorrono per avere accesso al lounge dell’American Pavillion dove, oltre ad un pessimo caffé potete scorgere di sguincio qualche celebrità.

La Wright come avreste potuto fotografarla se aveste avuto il pass
La Wright come avreste potuto fotografarla se aveste avuto il pass

E allora lode agli irriducibili appassionati di cinema che escono di casa alla mattina in smoking o abito lungo (il genere, se si include la comunità LGBT, a questo punto non vincola l’abito) e se ne stanno con il loro cartello a pietire un invito per la proiezione di gala.

Un eroe o un pazzo in smoking
Un eroe o un pazzo in smoking

Non si sa se amano il semplice cinema, per cui basterebbe prendere un biglietto normale per le proiezioni diurne, o amano l’evento mondano, ma senz’altro sono alla fine i veri destinatari di molti sforzi di tanti soggetti. Quelli degli Autori e  dei produttori che fanno i film e degli attori che, quando poi non se li fila più nessuno, cadono in depressione e finiscono per fare film di cui gli eredi si potranno poi vergognare con comodo a cose fatte.