Sorrento ha ospitato come ogni anno la manifestazione più interessante del settore, le giornate professionali, nella quale tutti i distributori esibiscono il loro listino agli esercenti.
Non c’è bisogno di dire che gli americani arrivano con le truppe corazzate, umiliando i concorrenti, e che l’Italia è difesa da 01 e un po’ da Medusa, ma quello che sorprende sempre è la miseria della produzione nazionale, anche se realizzata dagli americani.
Commediole bislacche senza alcuna pretesa autoriale, tematiche scontate e già viste, di nessun interesse, attori usati allo spasimo, sempre gli stessi, annoiati, sembrerebbero anch’essi, di quello che fanno, con l’eccezione di Scamarcio che pare essere in fuga solitaria verso il successo. Il cinema italiano è certamente in avvitamento senza controllo. Ma i gestori del settore non danno segnali di aver capito né di alcuna inversione di tendenza: l’argomento rimane quello solito, l’immarcescibile allungamento della stagione. Anche la povera sottosegretaria, assalita da ammiccanti presidenti di settore e lodata allo spasimo per la Sua capacità di ascoltare, è stata travolta dall’ondata di coloro che nell’allungamento vedono l’alba del cinema, e nascondono le loro responsabilità.

Ero piccolo e già c’era questo problema: ho vissuto tutto la mia vita professionale con il ronzio nelle orecchie dell’allungamento, ed ho spiegato più volte che non c’è niente da fare, che in Italia ci sono le ferie estive, diversamente dall’America, che siamo circondati dal mare, che la gente va a cena fuori, all’aperto, che fa caldo ed è meglio prendere aria!
Niente da fare: quest’anno sono gli americani a salvarci, i generosi e preveggenti americani, che vogliono aiutarci a tutti i costi e che se poi aumenteranno il loro fatturato… sarà il male minore!

In realtà agli americani i nostri problemi non interessano per nulla, loro lanciano il prodotto a livello mondiale e se da noi è agosto, è agosto, punto. Ma noi italiani siamo buoni, e le major sono quelle con i soldi che pagano i contributi all’Anica! E tanto basta.
Michele Lo Foco