Disco Boy

Dove: In sala
Genere: Drammatico
Produzione: Francia, Italia, Polonia, Belgio
Regia : Giacomo Abbruzzese
Attori: Franz Rogowski, Morr N’Diaye, Laetitia Ky, Leon Lucev, Matteo Olivetti, Robert
Wieckiewicz, Michal Balicki, Mutamba Kalonji.

Migrante in fuga da regimi dittatoriali, Aleksei raggiunge Parigi e si arruola nella Legione Straniera, con il sogno  di una nuova vita e di un passaporto francese.
Inviato in Nigeria per liberare dei dipendenti di una multinazionale petrolifera rapiti dai nativi, si scontra con i sequestratori e ne uccide il capo. Da qui la sua vita prenderà una svolta radicale.


Film di mistero e di esoterismo, di danze tribali e riti radicati nella Terra Madre, stuprata da colonizzatori avidi e insensibili ai disastri ambientali e ai soprusi etnici.
Luci psichedeliche, musiche elettroniche e suggestioni immaginifiche rendono questo film imperdibile. Un modo originale per parlare di chi migra in cerca di una vita migliore.
Opera prima di un giovane regista da tenere d’occhio.


In concorso alla Berlinale 2023, Disco Boy ha vinto l’Orso d’Argento per la Direzione della fotografia, premiando Hélène Louvart.
Avrebbe meritato di più.
Voto: 8

Serena Pasinetti

IL FRUTTO DELLA TARDA ESTATE – Under the fig trees (FESCAAAL 2023)

Regia: Eric Sehiri
Produzione: Tunisia, Francia, Svizzera
Attori: Fide Fdhili, Feten Fdhili, Ameni Fdhili, Samar Sifi, Leila Ouhebi


La 32ª edizione del Fescaaal (Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina) apre, per la prima volta al  Cinema Fondazione Prada, con il film  Il frutto della tarda estate. Under the fig trees.

Alla fine dell’estate, in un frutteto nel Nord-Ovest della Tunisia, un gruppo di ragazze e di donne lavora per raccogliere i fichi. Sotto lo sguardo di lavoratori e di uomini più anziani, le ragazze flirtano, si prendono in giro, discutono di uomini e litigano fra loro. Durante la giornata, il frutteto diventa un luogo dove transitano i sogni e le speranze di una generazione moderna, più libera, accanto a una più legata alle tradizioni.


In modo meno tradizionalista rispetto a cui ci ha abituato un certo Cinema di denuncia legato al Sud del Mondo,  la regista ci offre un nuovo e diverso spaccato della vita di queste persone, quasi fosse, la loro, una vita normale, fatta di Instagram, di sogni d’amore tra i più giovani e di rassegnazione tra i più anziani. Non è un film politico in senso stretto,  ma lo è in senso lato grazie all’occhio distaccato della regista tunisina  che dalla Francia, dove vive, è tornata nel suo Paese di origine per girare il film nel villaggio natale del padre.


Il film è stato  premiato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 nel programma Final Cut e poi selezionato nella Quinzaine nel 2022 a Cannes. È stato anche selezionato dalla Tunisia per concorrere agli Oscar 2023 come Miglior Film Internazionale.
Sarà in sala dal 23 marzo.

Serena Pasinetti