Regia Murat Firatoglu
Sceneggiatura Murat Firatoglu
Interpreti: Murat Firatoglu, Sefer Firatoglu, Salih Tasci, Gunes Sayin , Ali Barkin Birkan
Paese Turchia
Durata 83’
Eyup (Murat Firatoglu) è un uomo andato in bancarotta. Con l’aiuto dell’amico Ali inizia a lavorare in un campo per l’essiccazione dei pomodori. Frustrato per non aver ricevuto la paga in tempo, decide di uccidere il caposquadra Hemme, che a sua volta essendo molto nervoso per non aver dormito tutta la notte a causa delle mosche, teme che il lavoro non possa essere finito per tempo.
Il film inizia con una danza che come un abbraccio circolare raccoglie tutta l’umanità piena di rancori, rabbia e preoccupazioni. La danza è una metafora per la lotta collettiva e il desiderio di unità in un mondo che sembra frammentato. L’abbraccio circolare simboleggia la solidarietà e la condivisione delle esperienze umane, evidenziando come, nonostante le differenze, ci sia un legame intrinseco tra le persone. Ricco di simbolismi, come il campo dove i pomodori essiccano sotto un sole accecante, potrebbe rappresentare non solo la fatica e il lavoro, ma anche la frustrazione e la precarietà della vita. Questo elemento visivo evoca l’immagine di un ciclo di vita e di morte, di speranza e disillusione, mentre il protagonista si muove in un contesto che riflette le sue difficoltà. Il suo girovagare in continua ricerca di aiuto lo conduce a situazioni sempre più grottesche e labirintiche, sottolineando l’assurdità del viaggio.
Queste esperienze surreali evidenziano la complessità e le contraddizioni della vita moderna, dove il desiderio di dignità e riconoscimento si scontra con un sistema che spesso sembra insensibile e opprimente. Anche le situazioni labirintiche in ci il protagonista si trova potrebbero essere interpretate come la metafora delle sfide quotidiane che affrontiamo nella nostra ricerca di significato e giustizia. Il fatto che il regista Murat Firatoglu, che ha interpretato il ruolo del protagonista, sia anche un avvocato aggiunge una dimensione interessante al film e alla sua esplorazione della giustizia. La sua formazione giuridica gli consente quindi di avere una prospettiva unica sulle dinamiche legali e sociali che influenzano le vite dei protagonisti.
Il film ha attirato l’attenzione durante la 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dove ha ricevuto il riconoscimento come il Premio Speciale della Giuria nella sezione Orizzonti.
Miriam Dimase