WE LIVE IN TIME – TUTTO IL TEMPO CHE ABBIAMO

Trailer disponibile qui

Regia: JOHN CROWLEY
con: FLORENCE PUGH, ANDREW GARFIELD
Durata: 104′

Almut (Florence Pugh), una chef famosa, e Tobias (Andrew Garfield), appena divorziato, si incontrano casualmente in una situazione particolare. Si innamorano, costruiscono la famiglia che hanno sempre sognato, finché una dolorosa verità arriva a minare la loro storia dal profondo.

We Live In Time - Official TrailerUna grande storia romantica sostenuta molto saldamente da una recitazione di notevole qualità.
La vicende sono narrate con un continuo riferimento a dei flashback assolutamente disordinati dal punto di vista cronologico. Solo il finale è collocato nel suo giusto momento.
Questa scelta narrativa che avrebbe potuto essere disturbante (come succede spesso con l’uso eccessivo dei flashback) in questo caso aiuta la fluidità della narrazione e ci tiene incollati allo schermo.
Per non… perdere il filo… in questo gioco del prima e del dopo, conviene seguire lei e la sua gravidanza.
La scelta del regista di questo tipo di narrazione apparentemente caotica è in fondo il racconto del fluire della vita di tutti noi, come quella di Almut e di Tobias.
La pellicola è la storia del loro incontro casuale e delle loro scelte, talvolta drammatiche, che nella vita dei due protagonisti avvengono, tenendo presente fattori disordinati cronologicamente, il che non è altro che quello che succede realmente.
“Cinema is life, without the boring bits” recita il maestro Hitchcock.
Ci sono alcune incongruenze narrative e il tema della malattia grave è forse trattato in modo poco approfondito, il che non toglie molto alla veridicità della storia narrata. La bravura dei due attori protagonisti è tale da poter perdonare anche qualche incertezza.

 

 

 

 

Serena Pasinetti

PELLIZZA PITTORE DA VOLPEDO

Regia di Francesco Fei
durata film: 75 min
Trailer disponibile qui.

Prende il via il 4 e 5 febbraio la nuova Stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Studios. Il primo appuntamento è con Pellizza pittore da Volpedo di Francesco Fei con Fabrizio Bentivoglio, prodotto da Apnea Film con la partecipazione di METS Percorsi d’Arte e presentato in anteprima alla scorsa Festa del Cinema di Roma.

Il docu-film racconta la vita tormentata del pittore divisionista Giuseppe Pellizza (1868-1907), celebre per il suo Quarto Stato – esposto al pubblico per la prima volta alla Quadriennale di Torino nel 1902 e conservato oggi presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano – e per la sua capacità di indagare l’animo e la società umana. Esplorando i luoghi in cui visse e la sua sensibilità artistica con la guida di Bentivoglio come “coscienza narrante”, Pellizza pittore da Volpedo svela le emozioni dell’artista e la sua visione della realtà. La tragica fine di Pellizza, che si tolse la vita nel 1907 , è parte di questo racconto e rende ancora più profondo il legame emotivo dello spettatore con la sua arte.

Grazie alla collaborazione con Aurora Scotti, la più importante critica e studiosa dell’arte di Pellizza, e con l’Associazione Pellizza da Volpedo, nata per la valorizzazione del patrimonio culturale legato alla figura e all’opera del pittore e custode della maggior parte dei documenti e delle immagini relative alla sua vita, il documentario si pone l’obiettivo di essere un racconto approfondito e storicamente rilevante nell’ambito delle biografie d’artista. Allo stesso tempo il lavoro del regista evita la pura e semplice elencazione di opere e dati per coinvolgere il pubblico in un viaggio nella sua esperienza di uomo e artista.
Il merito della pellicola è da una parte di averci presentato il Pellizza uomo con tutte le sue fragilità e dall’altra di aver allargato il nostro orizzonte su di lui che non è stato solo il pittore del Quarto Stato.

Pellizza pittore da Volpedo è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, con il contributo delle Gallerie Maspes di Milano e in collaborazione con Sky Arte.

Per approfondire la vita e le opere di Pellizza, gli spettatori potranno visitare tra gli altri la GAM di Milano, dove è custodito il Quarto Stato, Palazzo Citterio – La Grande Brera con Fiumana, l’Atelier di Pellizza a Volpedo, la GAM di Torino con Lo specchio della vita, l’Accademia Carrara con Ricordo di un dolore e i nuovi allestimenti della Pinacoteca Il Divisionismo di Tortona con il Cammino dei lavoratori.

Inoltre, sino al 6 aprile 2025, sarà possibile visitare la grande mostra “PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo”, organizzata presso il Castello di Novara da METS Percorsi d’arte a cura di Elisabetta Chiodini, ove sono esposte alcune importanti opere di Pellizza provenienti da collezioni private tra cui il celeberrimo capolavoro Sul fienile. Presentando il biglietto del cinema in mostra si avrà diritto all’ingresso ridotto per l’esposizione e presentando il biglietto della mostra nei cinema che aderiscono alla promozione sarà possibile acquistare un biglietto ridotto per uno dei titoli della Stagione della Grande Arte al Cinema.


La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Studios. Per il 2025 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Studios con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies e in collaborazione con Abbonamento Musei.

 

 

 

 

 

Serena Pasinetti

VAN GOGH. POETI E AMANTI

Arriverà i prossimi 4 e 5 marzo il secondo appuntamento della nuova stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Studios.

 

 

 

 

 

Diretto da David Bickerstaff, VAN GOGH. POETI E AMANTI offre l’eccezionale possibilità di visitare, grazie al cinema, la mostra della National Gallery di Londra che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, riscrivendo per certi versi la storia di un artista sui cui si pensava di conoscere già ogni dettaglio e permettendo ai visitatori di guardare le nuvole e i cipressi che ondeggiano al vento, fermarsi nel parco preferito da Van Gogh, il “Giardino dei Poeti”, o sotto un albero ombroso a Saint-Rémy. La mostra londinese, uno degli eventi clou del bicentenario della celebre istituzione culturale britannica, ha raccolto uno strepitoso sold out e convinto la National Gallery a proporre, per la seconda volta nella sua storia dopo quanto avvenuto per la mostra dedicata a Leonardo da Vinci, un’apertura straordinaria notturna per accogliere un maggior numero di visitatori.

 

 

 

 

 

La combinazione tra mostra ed esperienza cinematografica celebra il genio di Van Gogh senza sfruttarne le sofferenze. Spostandosi passo dopo passo tra le sue pennellate, il regista David Bickerstaff indaga nello specifico il rapporto del pittore con la poesia e l’amore, la sua ricerca artistica instancabile, l’uso rivoluzionario del colore e il suo stile unico. Prodotto con Exhibition on Screen da Phil Grabsky, che firma anche il soggetto con il regista, il film si sofferma inoltre sui veri motivi del trasferimento di Van Gogh nel Sud della Francia e sugli esiti di una scelta che cambiò per sempre la sua vita. Oltre a offrire uno sguardo approfondito sulla salute mentale di Van Gogh, che ad Arles fu ricoverato all’Hôtel-Dieu reso immortale nei suoi dipinti, l’appuntamento al cinema mette in luce l’intelligenza acuta e la passione bruciante che alimentarono una carriera straordinaria. Come la mostra racconta, in soli due anni di permanenza tra Arles e Saint-Rémy, Van Gogh rivoluzionò il suo stile in una sinfonia di colori e texture poetiche. Si ispirò a poeti, scrittori e artisti. Quello trascorso qui fu un periodo decisivo della sua carriera, raccontata alla National Gallery in una mostra che riunisce alcuni dei dipinti più amati di Van Gogh – da “Notte stellata sul Rodano” (1888) a “La casa gialla” (1888), dai “Girasoli” (1888) a “La sedia di Van Gogh” (1889) – alcune opere raramente esposte e una selezione di straordinari disegni.

 

 

 

 

 

La National Gallery è uno dei musei d’arte più importanti del mondo. Fondata dal Parlamento nel 1824, ospita la collezione nazionale di dipinti della tradizione dell’Europa occidentale, dal tardo XIII secolo ai primi anni del XX secolo. La collezione include opere di Artemisia Gentileschi, Bellini, Cézanne, Degas, Leonardo, Monet, Raffaello, Rembrandt, Renoir, Rubens, Tiziano, Turner, Van Dyck, Van Gogh e Velázquez. Gli obiettivi principali della Galleria sono prendersi cura della collezione, arricchirla e garantire il miglior accesso possibile ai visitatori

La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Studios.

La Redazione

Terra incognita

Un film documentario di Enrico Masi
scritto da Enrico Masi e Stefano Migliore

Italia/Francia, 2024
Durata: 90’
in sala dal 30 gennaio
Terra Incognita esplora il tema dell’approvvigionamento energetico attraverso due storie: una famiglia vive in un alpeggio isolato in Piemonte e sogna di fondare una comunità autonoma in Canada; parallelamente, è in corso l’esperimento atomico ITER a Caradache in Francia in cui si cerca di riprodurre l’energia solare attraverso il processo della fusione atomica. Il documentario affronta la condizione dell’umano a contatto con la necessità di sopravvivenza sul pianeta,

Un documentario che mette a confronto due mondi: una comunità che rifiuta la tecnologia, da un lato, la costruzione di una centrale nucleare dall’altro.
Il film è interessante, drammaticamente coinvolgente in questo continuo raffronto.
Rimane comunque di non semplice lettura nel messaggio da veicolare

 

 

 

 

Il film, è coprodotto da Caucaso, Rai Cinema, Les Alchimistes, con il sostegno di Ministero della Cultura, Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, CNC FAIA e Région Sud.

 

 

 

 

 

FESTIVAL
Premio Corso Salani al Trieste Film Festival (24 gennaio 2025). Proiezione e Eco Talk al Torino Film Industry 2024 in collaborazione con il Festival CinemAmbiente. Evento Speciale a Visioni italiane 2024. Concorso Internazionale Lungometraggi al Festival dei Popoli 2024.

Maria Serena Pasinetti

La ragazza con l’ago

The Girl With The Needle 

  • Regia: Magnus von Horn
  • Attori: Victoria Carmen Sonne, Trine Dyrholm, Besir Zeciri, Ava Knox Martin, Joachim Fjelstrup
  • Genere: Drammatico
  • Paese: Danimarca
  • Durata: 115′

Copenaghen, 1918. Karoline (Vic Carmen Sonne), una giovane operaia, lotta per sopravvivere. Quando rimane incinta, incontra Dagmar (Trine Dyrholm), una donna carismatica che gestisce un’agenzia clandestina di adozioni. Tra le due donne si sviluppa un forte legame e Karoline accetta di farle da balia.

Il film , diretto con un evocativo bianco e nero, si apre con un gioco di frammenti facciali. I volti si sovrappongono e si mescolano, come l’identità di Karoline in un puzzle di sensazioni e desideri in conflitto. Il volto che emerge da questo collage è quello di una donna incapace di riconoscere se stessa, bloccata in un’esistenza segnata dalla frustrazione e dalla solitudine. La ricerca di sé sembra impossibile, come se ogni parte di lei fosse troppo distante dall’altra, e ogni sforzo di comporre un senso di coerenza si infrangesse contro un muro invisibile, ricordando lo sdoppiamento facciale di Persona di Ingmar Bergman, dove la frattura dell’identità si intreccia con il dolore della maternità mancata.

La ragazza con l'ago di Magnus von Horn - Pink Magazine Italia

Tuttavia, nonostante la potenza evocativa di questa apertura, la narrazione prosegue in modo convenzionale, seguendo eventi realmente accaduti e adottando un approccio più lineare e realistico nella sua evoluzione, allontanandosi dalle sperimentazioni formali iniziali per concentrarsi su una storia di lotte interiori e relazioni complesse, che si approcciano più a una favola nera che a una realtà crudele.

Questo spostamento, purtroppo, indebolisce in parte la forza emotiva e intellettuale del film, che perde l’intensità e l’ambiguità che caratterizzano la sua apertura, per diventare più prevedibile e meno coinvolgente. La tensione narrativa si attenua, lasciando il posto a una riflessione sulla condizione della protagonista che, pur restando interessante, non riesce a raggiungere il livello di profondità e innovazione promesso dal suo inizio.

La Ragazza con l'Ago: la RECENSIONE del film di Magnus von Horn

La trasformazione di Karoline da figura enigmatica a donna vittima di circostanze reali, pur rimanendo drammatica, diventa quasi un allegoria di un destino già scritto, senza quella potenza visiva e psicologica che avrebbe potuto rendere la sua lotta interiore ancora più palpabile.

Miriam Dimase

Babygirl

  • Regia: Halina Reijn
  • Attori: Nicole Kidman, Antonio Banderas, Harris Dickinson, Jean Reno, Sophie Wilde, John Cenatiempo
  • Genere: Thriller, Poliziesco
  • Paese: Usa, Paesi Bassi
  • Durata: 114′
  • Al cinema dal 30 gennaio 2025

Una potente donna d’affari (Nicole Kidman) mette a repentaglio la sua vita professionale e personale nel momento in cui intraprende una relazione segreta e intensa con il suo giovane assistente (Harris Dickinson).

Babygirl : critique du cul de cœur de Nicole Kidman

La regista Halina Reijn, che aveva già affrontato dinamiche di potere e vulnerabilità nel suo precedente lavoro Instinct, pone l’accento sulla prospettiva femminile, evitando di ridurre Romy a una semplice “donna forte che si spezza”; al contrario, la sua vulnerabilità diventa il terreno su cui si costruisce un percorso di auto-esplorazione.

Il film si interroga su cosa significhi davvero “sottomettersi“: è un atto di perdita di potere o, paradossalmente, un modo per riconquistarlo attraverso una forma di libertà emotiva?

Babygirl: guida ai personaggi del film con Nicole Kidman - Cinefilos.it

Thriller erotico che affronta temi legati al desiderio, al potere e al consenso, offrendo una riflessione sulle dinamiche sessuali nel contesto contemporaneo.

Tuttavia, il film soffre di una prevedibilità narrativa che lo rende meno incisivo rispetto a opere più innovative e profonde sul piano tematico: non riesce ad unire emozioni con le riflessioni sul ruolo della famiglia nella società, limitandosi a inseguire, l’eco di opere del passato.

How 'shocking' is Nicole Kidman’s erotic thriller, Babygirl?

Questo freno impedisce alla narrazione di esplorare a fondo il fragile equilibrio tra il bisogno di controllo e lo smarrimento emotivo.

Miriam Dimase

IL SEME DEL FICO SACRO

Regia di MOHAMMAD RASOULOF
distribuzione: LUCKY RED, BIM DISTRIBUZIONE
uscita: 20 FEBBRAIO
durata 167 minuti

Il seme del fico sacro - Film (2024) - MYmovies.it

Teheran. Iman (Misagh Zare) è promosso giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria, in coincidenza con il movimento di protesta popolare a seguito della morte di una giovane donna.
Le sue figlie, Rezvan e Sana (Mahsa Rostami e Setareh Maleki) sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli eventi. La moglie Najmeh (Soheila Golestani) cerca di fare del suo meglio per tenere insieme la famiglia. Quando Iman scopre che la sua pistola d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il lavoro, inizia in casa una sua personale indagine.

Un film militante in cui il regista iraniano Rasoulof racconta gli ultimi avvenimenti del suo paese e dei movimenti femminili di protesta.
Spesso con i film di denuncia ‘politica’ dell’attualità vediamo pellicole che mescolano footage e finzione con manifestazioni di piazza, con storie singole o di gruppo familiare e/o sociale e non sempre il risultato finale raggiunge lo scopo che si era prefisso.
Questo film è invece la dimostrazione di quanto il maestro Hitchcock sosteneva, che non è il cosa ma il come si narrano gli eventi.
Separata in due momenti distinti, la pellicola, con una straordinaria tensione da film thriller, tiene incollati allo schermo per quasi tre ore.
Rasoulof usa una situazione familiare con quattro personaggi emblematici: il padre, il potere e tre donne: la moglie, ancora compromessa con il potere e le due figlie, le nuove generazioni che si ribellano.
L’azione, nella prima parte del film, si svolge in modo claustrofobico nel chiuso delle pareti domestiche e all’interno degli uffici del tribunale, con una lenta trasformazione del padre ‘buono’ in un mostro.
E ancora più originale è la seconda parte del film, nel modo in cui il regista rappresenta la ribellione del mondo femminile. Il film diventa sempre più un giallo, con una tensione alle stelle, con una pistola scomparsa agli occhi del padre/potere e che noi invece vediamo (ancora una volta la suspence Hitchcockiana). Nessuna azione di massa. Senza voler anticipare nulla, il potere finirà  tra le macerie del grande passato persiano.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI CANNES 2024.

 

 

 

 

Serena Pasinetti

10 GIORNI CON I SUOI

Dopo Dieci giorni senza mamma e Dieci giorni con Babbo Natale tornano le avventure della famiglia Rovelli

con la FAMIGLIA ROVELLI: Fabio De Luigi e Valentina Lodovini, Angelica Elli, Bianca Usai, Matteo Castellucci

e la nuova FAMIGLIA PARADISO: Dino Abbrescia, Giulia Bevilacqua, Gabriele Pizzurro, Leone Cardaci

soggetto e sceneggiatura di GIOVANNI BOGNETTI e ALESSANDRO GENOVESI,  prodotto da IGINIO STRAFFI, ALESSANDRO USAI per Colorado Film (società del Gruppo Rainbow)

una produzione COLORADO FILM in associazione con MEDUSA FILM in collaborazione con PRIME VIDEO

Durata: 98’

Dopo i primi due film “Dieci giorni senza mamma” e “Dieci giorni con Babbo Natale” tornano le avventure della famiglia Rovelli, stavolta in partenza per la Puglia, dove la figlia maggiore Camilla (Angelica Elli) si trasferirà per frequentare l’università col suo fidanzato Antonio (Gabriele Pizzurro). Carlo (Fabio De Luigi) però non è ancora pronto a lasciar andare la sua primogenita, soprattutto per affidarla alle mani di quel ragazzo di cui non si fida per niente… Così, arrivati alla masseria della famiglia Paradiso, non perde occasione per rendersi un ospite poco gradito. Tra furti, bugie, fughe d’amore e moltissimi equivoci , i Rovelli e i Paradiso capiranno che, nonostante differenze e incomprensioni, sono ormai un’unica grande famiglia.

Il rimpianto di una commedia all’italiana che non c’è più nel nostro cinema causato da scritture colme di stereotipi si ripresenta  anche in questa pellicola.

Puntualmente si riapre l’interrogativo se non ci sono cose da raccontare o se manca chi le racconta.

Sono forse vere entrambe le cose. Il peggio poi si presenta in questa pellicola dove situazioni banali vengono imbevute da tentativi di ‘modernizzazione’ ( vedi i discorsi al femminile o sulla maternità).

In conclusione, con la solita retorica made in Italy ci viene ripresentata un’altra puntata di una saga che ha un pubblico fedele che forse meriterebbe un prodotto meno banale.

Al cinema dal 23 gennaio

Maria Serena Pasinetti

Mi Faccio di Rock’n’Roll

Mi Faccio di Rock’n’Roll” è un film italiano, scritto e diretto da Rocco Marino.
Una black comedy, con una struttura narrativa che prende libero spunto dalla cinematografia di autori come Tarantino e Guy Ritchie, senza lesinare evidenti riferimenti alla commedia italiana anni ’90, preservando allo stesso tempo una sua forte originalità.


Tratta con ironia tematiche sociali molto rilevanti, come l’immigrazione, il razzismo, l’omofobia; lasciando degli interessanti spunti di riflessione; per chi riesce a coglierli, senza forzare nulla.
La trama ruota attorno alle vicende intricate di diversi personaggi, che si intrecciano in una lunga notte, nello scenario di un celebre locale milanese: il Rock’n’Roll Club.


Il film sta iniziando ora il suo percorso distributivo, ma ha avuto un’anteprima il 20 Maggio del 2022 al cinema Anteo di Milano, a cui noi abbiamo piacevolmente assistito
Nel cast diversi attori attivi nel panorama cinematografico indipendente, tra cui Alessandro Antonazzo, Vincenzo Delledonne, Corina Popa e Luigi Cice.


BLACK COMEDY, 2024

La Redazione

L’ABBAGLIO

Regia: Roberto Andò
Attori: Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone
Genere: Storico
Paese: Italia
Durata: 131′
Al cinema dal 16 gennaio 2025
1860, Quarto: Giuseppe Garibaldi si prepara a compiere l’impresa dei Mille. Al colonnello Vincenzo Giordano Orsini (Toni Servillo) viene affidato l’incarico di reclutare i volontari. Tra di loro ci sono due siciliani: Domenico Tricò (Ficarra), un claudicante fabbricante di fuochi d’artificio, e Rosario Spitale (Picone), che millanta un titolo nobiliare e un passato all’accademia ma in realtà è un imbroglione e un giocatore d’azzardo. I due non sono mossi da nobili motivi patriottici, se non da quello di tornare in Sicilia.
L'abbaglio, il trailer del nuovo film di Roberto Andò
Andò narra senza retorica un pezzo della storia d’Italia affidando al terzetto di attori, già consolidato, il suo racconto. La pellicola continua quindi il percorso precedente del film La Stranezza. In uno stile tipico di Andò, viene affidata la parte più drammatica a Servillo/Orsini e quella più  “leggera” ai due comici. La divisione forse un po’ troppo didascalica continua con la contrapposizione tra chi vuole mantenere i privilegi e il popolo che accoglie con fiducia i Garibaldini.
L'Abbaglio: il poster ufficiale del nuovo film di Roberto Andò - Thinkmovies
Il film è semplice, facile da capire, didascalico e l’impresa dei Mille è storicamente narrata in modo corretto, ma la lezione di Andò è anche quella di come molto spesso le rivoluzioni, i cambiamenti, finiscono per non essere più tali. Orsini/Andò continua a combattere idealmente e a seguire Garibaldi, anche se il dopo non sarà quello sperato. Il film è quindi la storia tra un illuso e due disillusi e dell’abbaglio che si ripete.
Maria Serena Pasinetti