Guglielmo Tell

Regia: Nick Hamm

Attori: Claes Bang, Connor Seindells, Golshifthe Farahani, Jonah Hauer- King, Ellie Bamber, Rafe Spall, Emily Beecham, Jonathan Pryce, Ben Kingsley

Genere: Azione, Drammatico

Paese: Gran Bretagna, Italia, Svizzera, Usa

Durata: 133’

Al cinema dal 3 aprile 2025

La Svizzera è sotto il pesante dominio austriaco. Profondamente provato dalle sanguinose battaglie delle crociate, Guglielmo Tell, un uomo comune con un talento straordinario per l’arco,ha  giurato di non impugnare mai piu un’arma in vita sua. Il suo destino prende una piega drammatica quando si  trova a dover affrontare Il crudele governatore Gessler,  che esercita il suo potere con ferocia. Quando la vita del suo stesso figlio viene minacciata, Tell è costretto a compiere un atto che lo segnerà per sempre: un colpo impossibile con l’arco, destinato a cambiare il il corso della storia.  Un’azione che non solo segnerà il suo destino, ma che scatenerà un movimento più grande per la libertà del suo popolo.

Vilém Tell (2024) | Galerie - Z filmu | ČSFD.cz

La trasposizione cinematografica di Nick Hamm su Guglielmo Tell sembra voler reinventare il mito in chiave moderna, ma il risultato appare piuttosto confuso e pasticciato.

Il film, costruito con una struttura che ricorda quella di un videogioco, punta evidentemente a un formato episodico, lasciando molte questioni irrisolte e dando l’impressione di essere solo l’inizio di una narrazione incompleta. Particolarmente discutibile è anche l’inserimento di elementi storicamente improbabili, come l’idea che Tell abbia conosciuto la moglie e il figlio durante le crociate , una sorta di redenzione con un ritardo secolare. Considerando che non esistono prove sulla reale esistenza di Guglielmo Tell, questo dettaglio appare ancora più forzato e inverosimile.

L’aggiunta di questo elemento finisce per allontanare ulteriormente la narrazione dalla leggenda originale, rendendo difficile per lo spettatore orientarsi tra finzione e tradizione storico – popolare.

In definitiva  il film di Hamm sembra sacrificare coerenza e chiarezza narrativa in favore di uno stile frammentario e caotico, che finisce per disorientare più che coinvolgere.

In definitiva  il film di Hamm sembra sacrificare coerenza e chiarezza narrativa in favore di uno stile frammentario e caotico, che finisce per disorientare più che coinvolgere.

 

 

 

 

 

Miriam Dimase

SUART 2025

A MILANO ARTWEEK l’evento SUART 2025 di Marco Eugenio Di Giandomenico.
Dal 31 marzo al 5 aprile 2025, nell’ambito degli eventi di MILAN ARTWEEK 2025, presso La Fabbrica del Vapore di Milano (Sala Messina, I piano), Ethicando Association (www.ethicando.it) organizza l’evento SUART 2025, con la curatela artistica e scientifica di Marco Eugenio Di Giandomenico.


SUART è un evento internazionale di carattere scientifico interdisciplinare, istituzionale e artistico, ideato dal critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, che si sostanzia in un convegno e in una mostra personale di un artista contemporaneo.
L’edizione 2024 si è svolta con successo a Madrid, presso l’Università Pontificia Comillas, con la mostra personale dell’artista Antonietta Viganone.
Per l’edizione 2025 è stato selezionato l’artista Tiziano Calcari, che espone n. 48 opere d’arte, esemplificative del suo percorso di evoluzione artistica.
SUART 2025 è organizzato da Ethicando Association (www.ethicando.it), in collaborazione con Grow in Art Aps, Università Pontificia Comillas di Madrid (ICADE), Università degli Studi di
Milano (Dipartimento di Diritto Privato e Storia del Diritto), Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Scienze Giuridiche).
SUART 2025 è patrocinato dal Comune di Milano ed è stato selezionato quale evento di MILANO ARTWEEK 2025.
SUART 2025 è promosso mediaticamente da Betting On Italy ed Estro Digitale.
Nel tentativo di delineare le differenti declinazioni della nozione di “sostenibilità dell’arte”, in continua evoluzione semiologica e sempre più oggetto di attenzione nell’ultimo ventennio da
parte di istituzioni, filosofi, sociologi, accademici, professionisti di settore e artisti, si persegue un duplice obiettivo. Da un lato si vogliono indagare i linguaggi creativi e le modalità promozionali
delle produzioni artistiche contemporanee nell’era digitale, sia di matrice pubblicistica (musei, istituzioni culturali governative e locali, etc.) sia di matrice privatistica (gallerie, fondazioni artistiche private, case d’asta, sistema web, etc.). Dall’altro si vogliono evidenziare e analizzare i connessi aspetti di regolamentazione giuridica e di dinamica economico-finanziaria prendendo a base le linee guida UE con un focus sugli ordinamenti dei Paesi dei partner universitari/istituzionali partecipanti. Un focus a parte è dedicato all’impatto di valorizzazione territoriale della promozione digitale dell’arte con una discussion tra i player istituzionali dei territori selezionati.

Comitato scientifico e ordinatore (in ordine alfabetico):
Albina Candian (professore ordinario di diritto privato comparato presso UNIMI)
Laura Castelli (professore associato di diritto privato presso UNIMI)
Marco Eugenio Di Giandomenico (critico d’arte; curatore artistico della mostra di Tiziano Calcari) (professore ordinario di diritto dell’economia presso UNIFI)
Miguel Martínez Muñoz (professore associato di regolamentazione del mercato presso l’Università Pontificia Comillas di Madrid)
José Luis Rey Pérez (professore ordinario di filosofia del diritto presso l’Università Pontificia Comillas di Madrid)
Abel B. Veiga Copo (direttore del dipartimento di diritto economico e sociale e professore ordinario di diritto dell’arte presso l’Università Pontificia Comillas di Madrid)

Curatore artistico: Marco Eugenio Di Giandomenico
Assistente Curatore (allestimento mostra): Paolo Calcari
Data e orario del forum/convegno: mercoledì, 2 aprile 2025, ore 14:30 – 17:30
Date della mostra: lunedì, 31 marzo 2025 – sabato, 5 aprile 2025
Il vernissage/presentazione della mostra avviene mercoledì 2 aprile 2025, ore 18: 30 – 20:30

E’ prevista la partecipazione di autorità istituzionali, personalità del mondo della cultura, dell’arte, dell’accademia e dell’università

Link di prenotazione evento:
https://www.eventbrite.com/e/suart-2025-convegno-internazionale-e-mostra-personale-di-tiziano calcari-tickets-1291162845829?aff=oddtdtcreator

Per informazioni:
ETHICANDO Association
E-mail: [email protected]
Tel.: +393289304797

LA REDAZIONE

THE LAST SHOWGIRL

un film scritto da: KATE GERSTEN
diretto da: GIA COPPOLA
con: PAMELA ANDERSON, JAMIE LEE CURTIS, KIERNAN SHIPKA, BRENDA SONG, BILLIE LOURD, DAVE BAUTISTA
durata: 89’

Shelly (Pamela Anderson) si esibisce da trent’anni a Las Vegas con le Razzle Dazzle, un gruppo di showgirl che intrattiene il pubblico con i suoi sfarzosi spettacoli di ballo e canto. Quando le annunciano che lo spettacolo chiude, la cinquantasettenne Shelly dovrà fare i conti con la sua vita privata e la carriera.

Difficilmente il kitsch e il dramma si mescolano così bene come nel film di Gia Coppola che ci offre una visione intima e femminile delle persone che vivono e animano Las Vegas, la città degli eccessi e del consumo “mordi e fuggi” da parte di chi ci passa una notte e se ne va, dimenticandosene o ricordandosene come di una parentesi fuori dall’ordinario. Invece chi ci vive e ci lavora, deve affrontare esattamente gli stessi drammi del quotidiano di chiunque altro, solo portandosi in più lo stigma del tipo di lavoro che si è scelto.

Shelly ama esibirsi, ama brillare e non vuole vedere lo squallore che la circonda, nonostante chiunque la circondi glielo ricordi costantemente: dalle colleghe più giovani che possono riadattare la propria carriera ai nuovi gusti del pubblico, più osceni ma che lo sembrano solo quando è Shelly a provarci, al tecnico luci che la giudica inconsapevolmente e miseramente, alla figlia che se ne vergogna. E il fatto che la regia non faccia nulla per nascondere i segni della vecchiaia di Shelly e dell’amica Annette (Jamie Lee Curtis) ma anzi li evidenzia, non possiamo fare altro che pensare a quanto un po’ tutti siamo soggetti al giudizio, perché in fondo figli di una cultura che vuole le donne sempre giovani e attraenti e crea categorie di lavoro squallido e dignitoso sulla base di una morale bigotta imposta.

Non perdete l’occasione di andare al cinema a vedere questo bellissimo film che ha tutti i connotati del cinema indipendente ma con interpretazioni da Oscar come quella di Pamela Anderson, il cui personaggio si fonde inevitabilmente con la sua persona, e di Jamie Lee Curtis.

Trailer disponibile qui.

In sala dal 3 aprile distribuito da Be Water Film in collaborazione con Medusa Film.

 

 

 

 

Francesca De Santis

MUORI DI LEI

Un film di STEFANO SARDO
Con: Riccardo Scamarcio, Mariela Garriga, Maria Chiara GiannettaPaolo PierobonGiulio Beranek, Francesco Brandi.
Durata: 99’
Distribuito da Medusa Film, nelle sale dal 20 marzo

All’inizio del lockdown a Roma, Luca (Riccardo Scamarcio), insegnante di filosofia al liceo, si ritrova bloccato in casa da solo perché la moglie Sara (Maria Chiara Giannetta), medico, viene richiamata in ospedale per fronteggiare l’emergenza. Il mondo si ferma e la sua attenzione si concentra sulla nuova vicina, Amanda (Mariela Garriga). Il desiderio lo spinge a rompere la distanza che li separa e Luca è travolto da una passione incontrollata. Ma la storia d’amore  si trasforma ben presto in un’ altra vicenda dai risvolti  pericolosi. La vita di Luca verrà sconvolta con conseguenze inaspettate.

La storia si richiama al titolo di un brano dei Verdena (Muori delay) e sottolinea il passato da musicista del regista, che ha preso parte alla sceneggiatura.
Proprio lo script, apparentemente confuso e difficile da districare,  dimostra con il passare dei minuti quello che il film vuole trasmettere e ancor meglio ciò che non vuole trasmettere.
Non siamo di fronte a una storia sulla pandemia né alla solita banale storiella amorosa di un tradimento con la vicina di casa.
Il film ci parla del problema del maschio. Il Luca, ben interpretato da Scamarcio, è un personaggio debole, incapace di prendere decisioni, che si lascia vivere e lascia che siano le donne a decidere per lui. È un uomo in crisi e la pandemia è un pretesto per farcene capire tutta la debolezza.
Ma la storia, da racconto giallo in cui si trasforma il film e su cui non possiamo soffermarci per evidenti motivazioni di anticipazioni del finale, diventa una riflessione arguta e anche in parte ironica del nostro maschio in crisi.
In conclusione, si tratta di un film che ha qualche incertezza di scrittura ma è sicuramente interessante nell’analisi di una problematica molto attuale come la debolezza della figura maschile e su cui non molta filmografia si è ancora soffermata.

 

 

 

 

Serena Pasinetti

HANS ZIMMER & FRIENDS: DIAMOND IN THE DESERT

Regia: Paul Dugdale 

Hans Zimmer & Friends: Diamond in the Desert” è un’opera che cerca di catturare la maestosità delle composizioni di Zimmer in un contesto live spettacolare, ma si può dire che si presti più ai fan irriducibili della musica cinematografica che a un pubblico generalista. Diretto da Paul Dugdale, il film intreccia esibizioni potenti con interviste e dietro le quinte, offrendo uno sguardo privilegiato nel processo creativo del celebre compositore.

Il cuore del film è, senza dubbio, la performance musicale. Zimmer è accompagnato da una band straordinaria e un’orchestra internazionale, che restituiscono le sue iconiche colonne sonore con energia e precisione. Tuttavia, nonostante la qualità tecnica impeccabile, il film soffre in parte di un ritmo narrativo che talvolta si dilunga, e di un focus che rimane strettamente confinato all’adorazione del mito Zimmer senza esplorare aspetti più critici o controversi della sua carriera.

Visivamente, “Diamond in the Desert” eccelle, con riprese che valorizzano la grandiosità delle location, in particolare l’Al Wasl Plaza di Dubai. Tuttavia, alcuni potrebbero trovare la regia un po’ troppo indulgente, con lunghe sequenze che, seppur spettacolari, possono sembrare eccessive.

In sintesi, “Hans Zimmer & Friends: Diamond in the Desert” è un tributo lussuoso e appassionato, ma forse non totalmente equilibrato. Per gli amanti delle sue colonne sonore, è un’esperienza immersiva e affascinante; per gli spettatori alla ricerca di una narrazione più sfaccettata o di nuove prospettive, potrebbe risultare meno incisivo.

Hans Zimmer ha dichiarato: “Il tour Hans Zimmer Live è stata una delle esperienze più emozionanti della mia carriera e sono entusiasta di proporla al pubblico dei cinema di tutto il mondo con Diamond in the Desert.

Paul Dugdale ha aggiunto: “È stato un piacere e un onore collaborare con Hans Zimmer a questo film e un’opportunità straordinaria ed entusiasmante per comporre immagini su una tavolozza così varia e ampia di musica e performance.

Marc Allenby, CEO di Trafalgar Releasing, ha spiegato: “Come ammiratori di lunga data del lavoro di Hans Zimmer, siamo orgogliosi di portare la sua ambiziosa esperienza concertistica nei cinema di tutto il mondo.

 

Venerdì 21 marzo, solo per una notte.

Giovanni De Santis

34° FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO, D’ASIA E AMERICA LATINA – FESCAAAL

La 34ª edizione del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina – FESCAAAL si terrà dal 21 al 30 marzo 2025 in sala a Milano e in streaming in tutta Italia su MYmovies.it.

10 giorni di proiezioni, 44 film di cui 25 prime italiane e 1 prima mondiale, tavole rotonde, incontri con gli autori, eventi speciali sul cinema e le culture dei 3 continenti che si terranno nelle seguenti location: Cinema Godard di Fondazione Prada, Cineteca Milano Arlecchino, Auditorium San Fedele, Festival Center.

9 giorni di proiezioni online grazie alla partnership con MYmovies.

La 34° edizione del FESCAAAL segna l’inizio di una collaborazione tra COE ETS e la Fondazione Terre des Hommes Italia, con l’obiettivo di arricchire ulteriormente la proposta culturale, l’attenzione a bambini, bambine, adolescenti e giovani e il coinvolgimento del territorio.

Ad anticipare l’inizio del festival, giovedì 20 marzo alle 18:30 si terrà un evento speciale organizzato in collaborazione con ENI (main sponsor del FESCAAAL) dal titolo “Un documentario d’impresa: Oduroh. Eni, il cinema e l’Africa” seguito dalla proiezione del cortometraggio Oduroh, di G. Bovay (1964), da un rinfresco e dalla proiezione, in anteprima nazionale, del film Searching for Amani, di D. Aroko, N. Gormley (Kenya/USA, 2024).

La PROGRAMMAZIONE CINEMATOGRAFICA del 34° FESCAAAL prenderà ufficialmente il via venerdì 21 marzo con la Cerimonia d’apertura che sarà ospitata nel Cinema Godard di Fondazione Prada. A inaugurare il festival sarà l’anteprima nazionale del film La cocina (Messico/ USA). Quarto lungometraggio di Alonso Ruizpalacios, La cocina è stato selezionato in concorso alla Berlinale 2024 e ha in seguito conquistato nove premi nei festival internazionali. Interpretato da Rooney Mara (Il diavolo veste Prada, Carol) e dal talento messicano Raúl Briones, è un vorticoso ed emozionante adattamento dell’opera teatrale The Kitchen di Arnold Wesker. Il film ci trascina dietro le frenetiche quinte di un ristorante di Manhattan, animato da personale multietnico proveniente da ogni angolo del mondo. Quando alla cassa mancano dei soldi, tutto lo staff – in gran parte migranti senza documenti – finisce sotto indagine. Il film sarà distribuito prossimamente nelle sale italiane da Teodora Film.

Il festival si articolerà in 7 sezioni: Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo (Fiction e Documentari), Concorso Cortometraggi Africani, Concorso Extr’A riservato a film italiani che si confrontano con altre culture; Sezione Flash con anteprime e film evento; Sezione “E tutti ridono…” riservata alle migliori commedie dai tre continenti, Sezione Fuoriconcorso e Omaggio a Alonso Ruizpalacios in collaborazione con Fondazione Prada.

Dal 24 al 31 marzo, come sempre nella cornice del FESCAAAL, arriva anche la 6a edizione del MiWorld Young Film Festival – MiWY, primo e unico festival di cinema per le scuole in Italia interamente dedicato alla conoscenza delle cinematografie e delle culture di Africa, d’Asia e America Latina e allo scambio interculturale, che si terrà in modalità ibrida, in sala e online. Le proiezioni sia in presenza che online sono gratuite. In presenza avranno luogo in sala a Milano, Lecco, Lodi, Torino e Catania; le proiezioni online, invece, saranno fruibili sulla piattaforma MYMovies.it. Destinatarie le classi delle scuole secondarie di 1° e 2° grado di tutta Italia. In sala sono previsti interventi di registe e registi. Tutte le classi partecipanti concorrono all’assegnazione del Premio al miglior lungometraggio e miglior cortometraggio in programma.

Consigliamo comunque di consultare il sito per vedere la programmazione completa dei film in concorso nelle sette sezioni ma anche il programma dei TALK e delle tavole rotonde: www.fescaaal.org
www.miwy.org email [email protected]

La direzione

 

MR. MORFINA

Regia: Dan Berk, Robert Olsen
Attori: Ray Nicholson, Amber Midthunder, Jack Quaid, Matt Walsh, Jacob Batalon
Genere: Azione, Commedia, Thriller
Paese: Usa
Durata: 110’

Al cinema dal 27 marzo 2025

Nate (Jack Quaid) è un uomo comune con un dono unico: non sente dolore. Quando la ragazza dei suoi sogni (Amber Midthunder) viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente per salvarla.

Mr. Morfina - film: dove guardare streaming onlineIl film Mr. Morfina, con protagonista Dennis Quaid, si presenta come un thriller che parte in modo pacato ma progressivamente si trasforma in una spirale di violenza che rischia di sfociare nell’eccesso. La pellicola introduce inizialmente un’atmosfera intrigante e tesa, con un ritmo lento ma avvolgente che lascia presagire una narrazione ben costruita. Tuttavia, man mano che la trama si sviluppa, la tensione si tramuta in una sequenza crescente di scene crude e raccapriccianti che, pur cercando di mantenere alta l’adrenalina, finiscono per sfiorare l’assurdo.

Se da un lato questo crescendo può essere interpretato come una scelta stilistica per rappresentare il caos crescente nella storia, dall’altro il risultato appare eccessivo e in alcuni momenti persino grottesco. La violenza, spinta fino all’estremo, si avvicina ai toni di una barzelletta mal riuscita, con alcune sequenze che sembrano tratte da vignette umoristiche piuttosto che da un thriller avvincente. Una delle criticità principali risiede nella durata del film: alcune scene sembrano superflue e contribuiscono a rendere il ritmo eccessivamente veloce, facendo perdere coerenza alla tensione accumulata nella prima parte.

Nonostante queste pecche, Mr. Morfina riesce comunque a proporre una performance convincente da parte di Dennis Quaid, che interpreta con intensità un personaggio complesso. Tuttavia, la trama risulta prevedibile e priva di sorprese, rendendo il film un’occasione mancata per offrire un thriller davvero memorabile.

 

 

 

 

 

Miriam Dimase

GEN_

GEN_ di Gianluca Matarrese, da un’idea di Donatella Della Ratta.
Trailer disponibile qui.

Presentato con successo al Sundance Film Festival, unico italiano in Concorso, arriverà in sala dal 27 marzo, distribuito da Barz and Hippo. 

All’ospedale pubblico Niguarda di Milano, il dottor Maurizio Bini ha una missione non convenzionale: trasformare vite attraverso la fertilità e l’affermazione di genere. Bilanciando i sogni di aspiranti genitori con i percorsi di chi cerca di riconciliarsi con la propria identità di genere, crea uno spazio di accoglienza e autodeterminazione, dove l’umorismo spesso alleggerisce anche i momenti più difficili. In un contesto politico che mette alla prova l’etica medica, Bini sfida i vincoli imposti dalla società per offrire speranza, umanità e cura, facendo la differenza con competenza e cuore.

Arriva in sala un piccolo gioiello nel panorama documentaristico che punta i riflettori su due temi troppo spesso dibattuti a sproposito, dove finalmente trovano voce i diretti interessati e le dirette interessate.
Grazie a un’attenta e delicata regia di Mattarese, le conversazioni medico-paziente fanno luce sul lavoro immenso che si cela dietro a ogni caso, che si tratti di fecondazione assistita o di transizione di genere, sia da parte del dottore che da parte di coloro che si sottopongono alle sue cure. Senza abbandonarsi ad alcun sensazionalismo, assistiamo al percorso lungo ed emotivamente impegnativo intrapreso dalle varie persone, tutte spinte dall’unico e legittimo desiderio di vivere una vita migliore e di trovare la felicità.

Specialmente in questo particolare momento storico dove nulla è rassicurante sulle tematiche di procreazione assistita e di transizione di genere, dove anche la sanità pubblica è messa a dura prova, ci auguriamo che GEN_ circoli il più ampiamente nelle sale e non solo, nella speranza che raggiunga anche il pubblico più scettico e meno predisposto al dialogo.

Presentato oggi mercoledì 12 marzo, al Cinema Beltrade di Milano prosegue con altre anteprime nei prossimi giorni nelle seguenti sale:

Milano – giovedì 13/03 ore 19.30 all’Anteo Palazzo del Cinema (Sala Excelsior)
Roma – venerdì 14/03 ore 19.00 al Cinema Troisi
Milano – sabato 15/03 ore 21.30 al Cinema Beltrade

Torino – domenica 16/03 ore 20.30 al Cinema Massimo

 

 

 

 

Francesca De Santis

THE MONKEY

Regia: Oz Perkins

Attori: Theo James, Elijah Wood, Oz Perkins, Tatiana Maslany

Genere: Horror, Commedia

Paese: Usa, Gran Bretagna, Canada

Durata: 98′

Al cinema dal 20 marzo 2025

Quando due fratelli gemelli trovano una misteriosa scimmietta a molla, una serie di morti inspiegabili distrugge la loro famiglia. Venticinque anni dopo, il maledetto giocattolo riappare, dando inizio a una nuova scia di sangue e costringendo i due fratelli, ormai separati, a fare i conti con il loro oscuro passato.

The Monkey (2025)

Diretto da Oz Perkins, regista del disturbante Longlegs e figlio del celebre Anthony Perkins, la pellicola si distingue come un’opera grottesca e inquietante, capace di mescolare horror e splatter. Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, il film segue una trama cupa , dove la morte assume un ruolo centrale e ineluttabile. Il film affronta la certezza che la morte è inevitabile: non fa distinzioni, non avvisa e non chiede permesso. Da questa riflessione emerge un aspetto grottesco che si intreccia con le scene splatter, quasi a voler sottolineare l’importanza di vivere ogni istante con intensità. La brutalità visiva diventa così una metafora dell’ineluttabilità del destino, un richiamo a godere di ciò che si ha finché è possibile. Parallelamente, il film introduce anche una riflessione sui legami umani e sulle fratture che il tempo e i rancori possono creare. Talvolta, nonostante l’affetto esistente, i rapporti si logorano e ci si perde lungo il cammino. Tuttavia, di fronte all’inesorabile destino finale, il perdono emerge come una forza capace di spegnere l’odio e il risentimento, offrendo un’ultima occasione di riconciliazione. Questo aspetto dona al film un ulteriore livello di profondità, in cui la paura e la violenza si intrecciano con la fragilità delle relazioni umane.

Pur distinguendosi per alcune sequenze visivamente potenti, il film si perde talvolta nella banalità delle convenzioni horror. Le scelte narrative appaiono prevedibili in alcuni momenti, lasciando spazio a dinamiche già viste che rischiano di appesantire il racconto. Nonostante ciò, l’equilibrio tra tensione emotiva e crudezza visiva riesce comunque a coinvolgere , rendendo l’opera di Perkins una riflessione macabra e intensa sulla vita, la morte e ciò che lasciamo in sospeso.

Miriam Dimase

IL BAMBINO DI CRISTALLO

Regia: JON GUNN

Attori: ZACHARY LEVI, MEGHANN FAHY, JACOB LAVAL

Genere: Drammatico

Paese: Usa

Durata: 109’

Al cinema dal 27 marzo 2025

Ispirato ad una storia vera, al centro del film ci sono Scott (Zachary Levi) e Teresa LeRette (Meghann Fahy), genitori di Austin (Jacob Laval), un bambino affetto da autismo e da una rara malattia che rende le sue ossa fragilissime.

l film Il bambino di cristallo affronta una storia drammatica e intensa, ispirata a fatti reali, che segue la difficile vita di una famiglia alle prese con un figlio affetto da autismo e da una rara malattia che rende le sue ossa estremamente fragili. La pellicola non si risparmia nel mostrare le difficoltà e le tragedie che travolgono i protagonisti, a volte risultando persino eccessiva nella sua drammatizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

La narrazione si sviluppa attraverso una serie di eventi tipici del melodramma americano: la famiglia si trova a dover affrontare problemi di alcolismo, che colpiscono non solo il padre ma persino il prete locale, a conferma di un panorama sociale privo di figure stabili e di riferimento. A ciò si aggiunge il divorzio dei genitori, il bullismo scolastico che rende la vita del bambino ancor più insopportabile, e le crescenti difficoltà economiche dovute a un sistema sanitario che esige pagamenti elevati per ogni cura. Il licenziamento del padre e la perdita della casa completano un quadro di disperazione che, purtroppo, si rifà a una lunga tradizione cinematografica di cliché americani.

Nonostante la pesantezza del racconto e la costante sfilata di sventure, il film fatica a coinvolgere emotivamente lo spettatore a causa di una recitazione poco convincente. Gli attori, pur essendo esteticamente impeccabili, risultano spesso privi di autentica espressività, rendendo difficile per il pubblico empatizzare con i protagonisti e le loro sofferenze.

In definitiva, Il bambino di cristallo affronta tematiche importanti e toccanti, ma lo fa in maniera troppo carica e stereotipata. Sebbene la storia vera alla base del film meriti attenzione, la sua rappresentazione cinematografica finisce per scivolare in un dramma forzato che non riesce a trasmettere appieno la complessità delle emozioni umane coinvolte.

 

 

 

 

 

Miriam Dimase