BIRTH

Anno : 2022
Nazione: Corea del Sud
Regia : Jiyoung Yoo 
Interpreti: Hee-jin Choi, Kang Shin Chul, Hae-in Han, Ju-han Lee.
Durata :155’

Jae-i (Hae-in Han) è una giovane e brillante  scrittrice giunta alla pubblicazione del suo secondo romanzo e Geon-woo (Ju-han Lee) è un bravo insegnante di inglese che ama il suo lavoro e che sta per avere una proposta più gratificante nella scuola dove insegna. Il successo dei due va però a cozzare contro una indesiderata gravidanza, che mette ovviamente in discussione la situazione di coppia ma non solo.

嫁給「靈魂有溫度」的男人 被「溫柔的愛」包圍一輩子! – 白櫻
Già in concorso nella sezione Korean Cinema Today al Busan International Film Festival 2022 e vincitore del Citizen Critics’ AwardBirth è un film che parla del ruolo della donna nella società e della genitorialità, in un sistema senza supporto e ricco di pregiudizi.

Ma il film non è solo quello, non è solo il film sulla crisi di una coppia di fronte a una maternità non desiderata . È molto di più.
Da parte di lei è il confronto con la sua creatività di scrittrice  ed è come se non riuscisse a dar vita contemporaneamente a una persona e a un libro che è fatto di parole vive. Ed è questa l’ansia molto ben descritta da una regia molto attenta.

KIM JI-YOUNG, BORN 1982 – 2020 San Diego Asian Film Festival
Da parte di lui è il desiderio invece che nasce di paternità: Geon-woo non nasconde tutta la sua debolezza nel non capire esattamente quale è il suo percorso futuro di padre.
Un film in cui 155 minuti sono necessari tutti per arrivare a una conclusione non scontata. Da vedere.
In concorso al 41TFF.

 

 

 

 

 

 

 

Serena Pasinetti

Los Delincuentes

Anno: 2023
Nazione: Argentina
Genere: Drammatico
Durata:180 minuti
Regia: Rodrigo Moreno
Attori: Margarita Molfino, Esteban Bigliardi, Cecilia Rainero, Daniel Elías, Germán de Silva Mariana Chaud, Gabriela Saidon, Javier Zoro, Lalo Rotavería, Iair Said, Fabian Casas, Adriana Aizemberg, Laura Paredes.
Qual è il senso dell’esistenza?
La risposta a questa domanda se la danno due dipendenti di una banca con una rapina ai danni della stessa.
Tutto è pianificato: l’autore del furto si denuncia e sconterà qualche anno di prigione, l’altro nasconderà il malloppo in attesa della ripartizione.
Divenuti delinquenti , i loro destini sono ormai intrecciati.

Los delincuentes (2023)
Questa parte del film gioca sui toni spenti della routine lavorativa, del grigiore della vita cittadina, delle emozioni soffocate nei legami familiari.
La seconda parte si apre luminosa sulle montagne, sui prati assolati e sulle aspettative di una vita bucolica, romantica e avventurosa, innamorandosi forse, nella lievità del vivere giorno dopo giorno.
Non tutti questi sogni si traducono in realtà, ma le vite dei due personaggi, alla fine, si rispecchiano l’una nell’altra, nell’assaporare entrambi il profumo della libertà.
Selezionato in Un Certain Regard a Cannes 76 e presentato fuori concorso al 41TFF

 

 

 

 

Pia Larocchi

API

Un film di LUCA CIRIELLO

Genere: documentario Durata: 20 min

In anteprima a FILMMAKER FESTIVAL 2023 in CONCORSO PROSPETTIVE Sabato 25 novembre ore 19.30 | Cinema Arcobaleno MILANO

 

 

 

 

L’estate in Apecar di un gruppo di adolescenti valdostani: pomeriggi e serate trascorsi tra musica trap e driftate*, timore della polizia e feste con gli amici. La scuola sta per ricominciare e attorno le montagne sono altissime.

*driftare = percorrere una o più curve in successione mantenendo il veicolo di traverso senza mai perdere il controllo della sbandata attraverso l’acceleratore e l’angolo di sterzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Saba, Gallo, Fede e Jill (15 anni a testa) hanno finito la scuola e trascorrono il mese di agosto circondati dalle cime prominenti della Valle d’Aosta scorrazzando sulle proprie Apecar modificate (motore Piaggio 50 cc). A Pollein, in provincia di Aosta, le loro giornate scorrono in maniera ciclica tra tentativi di tenere l’Ape su due ruote, riparazioni approssimative dei motori e stereo che pompano musica trap a tutto volume.

Al mondo delle Api si contrappone il mondo delle moto, rappresentato da Rudy, diciottenne altezzoso e determinato a mostrare a tutti di essere il numero uno. Si ritrovano tutti alla Torre, un ex-parcheggio abbandonato dell’acciaieria Cogne: mentre Rudy si esibisce impennando, Saba e la sua banda passano il tempo sui cassoni delle Api, tra pizze e sacchi a pelo fino all’arrivo della notte, illuminati dalle luci led. Sembrano ignorare anche le poche ragazze interessate alle loro avventure. L’argomento dei loro discorsi è sempre lo stesso: l’Apecar.

 

 

 

 

 

Luca Ciriello (Napoli, 1988)

è un documentarista, regista e produttore cinematografico italiano, membro dell’EFA, European Film Academy. Laureato in Filologia Moderna, ha completato il Master in Cinema presso la Scuola di Cinema di Napoli “Pigrecoemme” e ha studiato cinema documentario presso l’Atelier di Cinema del Reale “FilmAp”, con gli insegnanti: Bruno Oliviero, Alessandro Rossetto, Carlotta Cristiani, Antonella Di Nocera, Leonardo Di Costanzo.

Trailer:

Francesca De Santis

 

RENAISSANCE: A FILM BY BEYONCÉ

Arriverà nei cinema italiani dal 21 dicembre RENAISSANCE: A FILM BY BEYONCÉ, il film che racconta il tour da record di Beyoncé. Il film sarà proiettato il 21, 22, 23, 24 dicembre e il 28, 29, 30, 31 dicembre. Le prevendite aprono a partire dal 23 novembre su nexodigital.it e BeyonceFilm.com.

RENAISSANCE: A FILM BY BEYONCÉ accompagna gli spettatori in un viaggio attraverso il RENAISSANCE WORLD TOUR, il tour da record che ha toccato, con 56 spettacoli, 39 città di 12 paesi. Dalla sua nascita allo show di apertura a Stoccolma, in Svezia, fino al gran finale a Kansas City, nel Missouri: un racconto sugli intenti, il lavoro, il coinvolgimento totale di Beyoncé in ogni aspetto della produzione, ma anche sulla sua mente creativa e sul proposito di creare la sua eredità artistica e di padroneggiare il suo mestiere.

Accolta con straordinario favore dai media internazionali e statunitensi, l’eccezionale performance di Beyoncé durante il RENAISSANCE WORLD TOUR ha celebrato uno spazio di libertà, accettazione e gioia condivisa. La produzione ha accolto più di 2,7 milioni di fan da tutto il mondo, che hanno attraversato gli oceani per godersi il Club RENAISSANCE. Ora, milioni di spettatori saranno coinvolti nei cinema sotto casa nella Joy Parade, la monumentale festa da ballo che celebra il diritto di ognuno di essere sé stesso.

 Il RENAISSANCE WORLD TOUR prende il nome dall’ album pubblicato lo scorso anno “RENAISSANCE”, certificato ORO in Italia (FIMI/GFK) e con al suo interno le hit mondiali “BREAK MY SOUL” (circa 1 MILIARDO di stream, ORO in Italia) e “CUFF IT” (1 MILIARDO di stream, PLATINO in Italia).

Trailer

https://youtu.be/oy8fk8577Qo

 

 

 

 

 

 

 

Francesca De Santis

 

Anicastelli

Che il cinema italiano, con il suo speciale tax credit, sia anche una fonte di guadagni illeciti, di speculazioni e di operazioni strumentali lo dico da anni e l’ho dimostrato più volte, ma che Rutelli presidente Anica oggi dia la colpa al Ministero per la carenza di controlli è più che paradossale, è la dimostrazione di quanto sia capace l’ex sindaco di Roma per ammortizzare tutto il suo precedente entusiasmo per il successo del cinema italiano.

Quella di Rutelli si chiama, in termini filosofici “morale eteronoma” ed è quella di chi passa col rosso se non c’è il vigile e si contrappone, secondo Kant, alla morale autonoma di chi prende coscienza dei limiti.

Anica si è posta come elemento strutturale della politica di Franceschini e la figura di Rutelli, fino a quel momento estranea alla vicenda cinematografica, è stata cooptata, in particolare su suggerimento di Lucisano, come fondamentale collegamento con il ministro.

Rutelli ha posto lì la sua base professionale, interpretando il ruolo di morbido assemblatore delle esigenze dei potentati, ed è diventato anche imprenditore, inventando una strana quanto invisibile ricorrenza annuale dal titolo Videocittà, anch’essa largamente finanziata dalle istituzioni.

Anica avrebbe dovuto tastare il polso dell’industria ed avvertire che la febbre stava salendo assieme al finanziamento pubblico, ma al contrario ha inneggiato ai continui slanci di Franceschini, che, mi auguro, del tutto incoscientemente ignaro delle conseguenze pratiche, con la sua visione politica ha inciso talmente nel profondo sul dna del settore per farlo diventare non più un elemento di cultura ma pane per il saccheggio di fondi statali e per speculazioni nazionali ed internazionali.

Anica ha applaudito in ogni sede, soprattutto festivaliera, al fatto che l’Italia fosse invasa dagli stranieri attirati dal miele del tax credit, ed ha partecipato come protagonista al banchetto, rilasciando interviste entusiastiche e ricevendo applausi.

Non si è ricordato Rutelli che già ai tempi di Veltroni si era verificato un fenomeno simile, quando la parola “culturale” aveva provocato la devastazione dei fondi pubblici: registi che fino al giorno prima ricevevano un corrispettivo di quaranta milioni, ne ottennero quattrocento, più cento per la moglie assistente, cento per un montatore e qualcosa per i nipoti. La “cultura” di Veltroni ebbe l’effetto di demolire l’industria, eliminare il merito, è di far evaporare quasi cinquecento milioni di “fondo rotativo” tramite film che poi lo Stato dovette digerire con la cosiddetta “cartolarizzazione”.

Sarebbe stato onesto da parte Anica comprendere che era il caso di intervenire per regolamentare il flusso dei fondi, esaminando con coscienza e non con l’attuale cattiveria il disagio del Ministero costretto da Franceschini a lavorare su norme incomplete e talvolta imbarazzanti, costretto a seguire l’onda delle richieste sempre più numerose e pressanti, costretto a subire la tracotanza di una sinistra artisticamente esosa e sorretta da Anica.

Invece oggi, nel momento in cui comincia a venire a galla l’indecenza di alcuni finanziamenti, e la Guardia di Finanza si accorge che qualcosa non torna nei costi del film, Anica dichiara che la colpa è di Borrelli che non ha vigilato, che il Ministero manca di dirigenti e che pertanto i produttori sono privi di responsabilità.

Dispiace ascoltare queste frasi, perché la mancanza di una seria presa d’atto delle proprie responsabilità rende tutto possibile, anche quello che non lo sembra.

Avv. Michele Lo Foco

L’assueFazione

Nello spettacolo italiano ci sono forme di istituzionalizzazione che non subiscono variazioni nel corso del tempo ma che anzi appaiono, grazie ad una stampa ormai assuefatta ai fenomeni, sempre nuove ed originali.

 

 

 

 

 

Caso classico è quello di Fiorello, che riempie lo schermo di stupidaggini, di scherzetti, di prese in giro tipiche di un animatore di centri vacanzieri e che da decenni sembra sempre apportare alla televisione italiana quello spirito rivoluzionario necessario a rianimare spettacoli mummificati.

Assistiamo con curiosità alle ennesime evoluzioni di format come Ballando Con Le Stelle, ormai diventato una sorta di “Grande Fratello” in musica, ostaggio delle litigate di una giuria che esiterebbe chiunque ad invitare a cena.

Subiamo personaggi come Morgan, con il ciuffo inamidato, o Malgioglio vestito col tutù, che pretendono di dare lezioni di orgoglio o di morale ad un pubblico già prostrato dalle scempiaggini di Signorini e ipnotizzato dalle vicende sessuali dei VIP di turno e ascoltiamo come babbei i racconti dei soliti Al Bano, Vanoni, Zanicchi, Pravo, Hunziker, Ventura, Goggi… ormai svuotati di ogni contenuto e capaci solo di ripetere l’irripetibile.

Assistiamo soprattutto al continuo, interminabile flusso di ospiti di qualsiasi tipo, sempre interrogati nelle materie che conoscono, sempre osannati, sbaciucchiati, omaggiati, esaltati nelle loro banalità ed incapaci di trasmettere qualcosa di sensato.

Ma in un paese di millenaria cultura, culla delle arti più nobili, pervaso dal genio di grandi artisti, seminato di monumenti straordinari, ma anche patria di pensatori, divulgatori, eroi, scrittori, medici, di donne bellissime e bravissime, di sarti unici al mondo, di imprenditori coraggiosi, di giovani sportivi, in un paese ricco di vita e di pulsioni positive, possibile si debbano ancora subire gli scherzetti ripetitivi di Fiorello e le noiose e strumentali interviste di Fazio? Cos’ha il nostro paese, che continua a viaggiare col freno a mano tirato? A chi dobbiamo questa stagnazione culturale che ha invaso ogni angolo dello spettacolo? A chi sono affidate le sorti del nostro intrattenimento? Per questo motivo, per questa stagnazione che limita la libertà di espressione, sembra che Report sia una sorta di enclave di talebani, solo perché cerca di entrare nel tessuto molle delle vicende per dare una scossa agli spettatori rincoglioniti da Conti e dalla Venier. Per questo Kilimangiaro sembra un programma da Oscar e Bruno Vespa tranquillizza le menti, per questo Angelo Guglielmi e Brando Giordani risplendono nell’empireo della televisione, perché non hanno avuto paura di usare l’intelligenza e di trasmetterla ad un pubblico non di deficienti ma di ascoltatori.

Avv. Miche Lo Foco

Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano

Nasce con il nuovo lifestyle center Merlata Bloom Milano anche un moderno tempio dedicato alla magia del grande schermo. Dieci sale e mille posti a sedere, per un incontro di tecnologia, comfort e coscienza green che rappresenta lo stato dell’arte dell’esperienza cinematografica

Il 15 novembre Milano torna ad innamorarsi della magia del Cinema. Si aprono ufficialmente le porte del Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano, un tempio di ultima generazione dedicato alla Settima Arte nel cuore del nuovissimo lifestyle center Merlata Bloom Milano.

Nel cuore pulsante della città che cambia, anche l’inimitabile esperienza del cinema si evolve, diventando più confortevole, più coinvolgente, più sostenibile. Il nuovissimo Notorious Cinemas Merlata Bloom Milano fonde, infatti, intramontabili emozioni e moderna tecnologia per plasmare una suggestiva idea di visione a misura di spettatore.

Un macrocosmo composto da 10 sale, più di 100 metri di schermi, 1000 poltrone reclining home feeling e una serie di servizi bespoke, pensati per esaltare la sensazione di comfort di ogni singolo spettatore.

Un migliaio di piccoli mondi su misura da riempire con i propri desideri e la magia del cinema, grazie all’intensità dell’audio Dolby 7.1, alla comodità di un servizio food&berverage con ordine diretto in sala dalla propria poltrona attraverso qr code, a basi di ricarica wireless, a schienali e poggiapiedi comandabili elettronicamente. Tanti tasselli con i quali comporre un’esperienza unica e appagante.

Merlata Bloom Milano è il Lifestyle Center sviluppato dalla società Merlata Mall S.p.A. al centro del più grande progetto di trasformazione urbanistica in Italia, nel quadrante nord ovest di Milano. Ancora commerciale e piazza di connessione tra il quartiere residenziale Uptown e il distretto dell’Innovazione MIND, offre 70.000 mq di nuove opportunità, tra brand inediti e concept store sperimentali, inclusi: 210 spazi commerciali tra cui 43 innovativi concept F&B, un superstore Esselunga, Decathlon con il nuovo polo d’uffici e un cinema multisala di ultima generazione NOTORIOUS. L’armonia con il parco urbano circostante è garantita dalla piazza pubblica, dallo Sky Garden e dalla pista ciclabile, insieme a soluzioni architettoniche, tecniche e impiantistiche attente alla sostenibilità.

A completare il progetto della multisala, un’area Disney dedicata alle famiglie e una serie di “attenzioni” rivolte all’anima green di Merlata Bloom Milano affacciato sui 30 ettari di parco urbano. Dettagli come l’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, di materiali di costruzione riciclati e riciclabili, di packaging food interamente compostabili e da un’attenzione alla differenziazione della raccolta in tutte le aree del cinema in cui è possibile.

 

 

 

 

 

 

Francesca De Santis

A STRANGER QUEST

un film di ANDREA GATOPOULOS

A Stranger Quest, scritto e diretto da Andrea Gatopoulos, sarà presentato in concorso nella sezione Documentari Italiani al 41esimo Torino Film Festival, in anteprima assoluta per il pubblico, giovedì 30 novembre alle ore 19.30, al Cinema Romano 1.

Il documentario è prodotto da Il Varco Cinema, di cui Gatopoulos è cofondatore, e da Kublai Film, e sarà distribuito nel circuito dei festival internazionali da Gargantua Film Distribution.

La storia – Dopo aver trascorso gli ultimi trent’anni ad accumulare una delle più grandi collezioni di mappe al mondo, che segretamente chiama la sua “poesia”, David Rumsey, sul punto di compiere ottant’anni, si misura con i fantasmi della sua vita e con la fine sempre più vicina. Confrontandosi con ricordi e affetti, aiutato da oggetti, persone e intelligenze artificiali, in un personale viaggio tra luoghi fisici e virtuali, ritrova lo slancio per una nuova sorprendente avventura.

Il progetto – Nell’età dei satelliti, dove la Terra è esplorabile con uno smartphone e i viaggi spaziali si sono rivelati sempre meno utopistici, l’uomo ha perso le sue Colonne d’Ercole e la magia dell’avventura? Da questo senso di smarrimento nasce in Gatopoulos una passione crescente per le mappe, che lo conduce ben presto sul sito di David Rumsey, alla scoperta del suo archivio digitale sterminato con una delle collezioni private di mappe storiche più grandi del mondo, assemblate con il gusto estetico di un artista e al contempo strettamente legate ai più recenti progressi tecnologici. “Una volta conosciuto David e stabilita in poco tempo una forte intesa con lui, ho ritrovato nel racconto della sua ‘strana missione’ un fantasma, una traduzione, un ricollocamento del sentimento originale che spingeva gli uomini oltre il mondo conosciuto, alle grandi imprese e scoperte”, racconta il regista, che commenta: “In un mondo in cui lo scopo degli esseri umani sembra indebolirsi, incatenato alle leggi del mercato, della popolarità e del successo, il suo lavoro meticoloso, costante, ininterrotto e ossessivo per la cartografia, una materia oggi largamente trascurata e sostituita dai navigatori automatici, oltre che una storia affascinante è per me l’espressione straordinaria di una profonda connessione con l’esistenza e col senso della vita: a stranger quest”.

Un’opera-atlante – Gatopoulos e il direttore della fotografia Antonio Morra hanno scelto di girare con lo sguardo dei cartografi in ricognizione: un’unica inquadratura per ogni scena, ripresa da ciò che i mappatori definiscono point sublime, il punto da cui è possibile non solo vedere meglio il territorio, ma anche rappresentarne la sua bellezza. Ne è nato un film che si “legge” come un atlante, in cui l’immagine si accompagna ai dialoghi nel modo in cui l’icona si accosta alla didascalia. Il suono segue un lavoro simile, con il punto di vista della scena sempre tra la mdp e il protagonista, come l’orecchio di un drone. Le musiche di Brian Eno, Harold Budd e Kevin Braheny Fortune completano la costruzione di una colonna sonora futuristica e sentimentale.

La storia, infine, adottando il punto di vista del navigatore satellitare, è raccontata da un’intelligenza artificiale, che cerca di interrogarsi su come la vita degli uomini e la loro felicità si fondi su inspiegabili chimere e su stranissime missioni personali, tracciando la distanza fondamentale tra l’uomo e qualunque macchina concepibile dal sistema capitalistico.

Il regista – Andrea Gatopoulos, pescarese, classe 1994, dopo la laura in Lettere Moderne fonda a Roma la casa di produzione Il Varco, che ha all’attivo 23 cortometraggi e 4 film che hanno partecipato a più di 120 festival in tutto il mondo. Il suo esordio alla regia è il film breve Materia Celeste (2019), a cui seguirà Polepole (2021). Nel 2020 al lavoro al fianco di Werner Herzog per il suo film Accelerator a Leticia, Colombia, sviluppa la corrispondenza filmata Letters to Herzog e il cortometraggio Flores del precipicio (2022). Selezionato tra i finalisti del Premio Zavattini 2021/2022, nel 2022 presenta alla 54esima Quinzaine des Réalisateurs il corto Happy New Year, Jim, prodotto da Nieminen film e Naffintusi. Nel 2023 partecipa alla Locarno Spring Academy con Radu Jude dove realizza il film Eschaton Ad. Trascorre l’agosto 2023 a studiare con Apichatpong Weerasethakul nel suo laboratorio nello Yucatan, in Messico.

Proiezioni al Torino Film Festival

Giovedì 30 novembre ore 19.30 – Cinema Romano 1 (Proiezione ufficiale)

Sabato 25 novembre ore 21.30 – Cinema Romano 1

Sabato 2 dicembre ore 16.30 – Cinema Romano 1

 

 

 

 

 

Mirella Zanini

41 TORINO FILM FESTIVAL

La 41esima edizione del Torino Film Festival si svolgerà dal 24 novembre al 2 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema – presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano – con la direzione artistica di Steve Della Casa.
Il comitato di selezione, coordinato da Giulio Sangiorgio, è composto da Claudia Bedogni, Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio, Alena Shumakova, Caterina Taricano, Simona Banchi, insieme a Matteo Pollone, Stefano Boni, David Grieco, Paola Poli e Luca Beatrice con Luigi Mascheroni.
Nel solco della scorsa edizione, l’immagine guida è stata affidata nuovamente all’artista di fama internazionale Ugo Nespolo che declina uno dei più celebri fotogrammi di Sentieri selvaggi di John Ford in cui John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood, celebrando l’omaggio che quest’anno il TFF dedicherà al popolare attore, vera e propria icona del cinema americano classico.
A conferma della vocazione al dialogo con le eccellenze culturali ed artistiche del territorio, l’inaugurazione della 41esima edizione si svolge quest’anno alla Reggia di Venaria che, restituita alla sua magnificenza barocca, è diventata uno dei siti culturali più visitati d’Italia. Ospite d’eccezione della serata – in diretta su Hollywood Party, Rai Radio3 – il maestro Pupi Avati.

Madrina della cerimonia d’apertura Catrinel Marlon.
Si moltiplicano le occasioni di incontro e dialogo dei protagonisti del cinema con il pubblico, scelta fortemente voluta dal direttore Steve Della Casa e tratto identificativo di un festival che coniuga cultura e spettacolo. Numerosi gli ospiti, da Oliver Stone (che riceverà dal Museo Nazionale del Cinema il Premio Stella della Mole) a Fabrizio Gifuni, da Christian Petzold a Caterina Caselli e Paolo Conte, da Kyle Eastwood a Drusilla Foer, da Mario Martone a Barbara Ronchi, da Baloji a Thomas Cailley, da Roberto Faenza a Laura Morante… Idee e testimonianze diverse tutte accomunate dal grande amore per la settima arte.
Il festival presenta quest’anno una selezione estremamente ricca e articolata che riflette sullo stato delle cose della produzione cinematografica contemporanea senza gerarchie di sorta, tra cinema di ricerca e scritture di genere, maestri internazionali e giovani promesse. Uno spirito che si dispiega nelle diverse sezioni del festival, da quelle competitive (Concorso Lungometraggi, Documentario internazionale e italiano, Spazio Italia, Crazies) a quelle fuori concorso (Nuovimondi, Ritratti e paesaggi, TFLab, Il gioco della finzione. Nuovi sguardi argentini). Uno dei tratti distintivi della selezione è il grande ritorno della commedia, popolare e d’autore, in tutte le sue possibili formulazioni: politica, minimalista, malinconica, metatestuale.
L’Italia si ritaglia uno spazio importante, con la presenza di ospiti prestigiosi impegnati anche in masterclass, il concorso documentari italiani ampliato a 10 titoli per festeggiare un’annata particolarmente ricca, quello dei cortometraggi e dunque del cinema del futuro e due sottosezioni fuori concorso La prima volta e Ritratti e paesaggi, rispettivamente dedicate ad alcune tra le più interessanti opere prime della stagione e ad una serie di imperdibili documentari per il grande pubblico.
La 41esima edizione del Torino Film Festival presenta la prima retrospettiva integrale dedicata a Sergio Citti, che a buon diritto si inserisce nella tradizione delle grandi retrospettive del TFF. Per l’occasione sarà pubblicato il volume SERGIO CITTI – La poesia scellerata del cinema a cura di Matteo Pollone e Caterina Taricano (coedizione: Centro Sperimentale di Cinematografia – Edizioni Sabinae).


In un’ottica di “sistema” si rinnovano anche quest’anno le collaborazioni con Film Commission Torino Piemonte, Torinofilmlab e Torino Film Industry.
In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) e della Giornata Mondiale contro l’AIDS (1 dicembre), il Torino Film Festival – in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Città di Torino – dedicherà due momenti di riflessione a questi temi attraverso gli interventi di Monica Guerritore, protagonista de I girasoli, film d’esordio alla regia di Catrinel Marlon, Madrina del 41TFF, e di Laura Morante, attrice ospite del Festival con il film Folle d’amore – Alda Merini di Roberto Faenza.
Il Torino Film Festival ribadisce inoltre il suo impegno rispetto alla sostenibilità ambientale facendo proprie le buone pratiche indicate nella Guida Festival Green realizzata dall’AFIC (Associazione Festival Italiani Cinema). Dieci aree tematiche di intervento – dalla mobilità ai consumi energetici, passando per la sostenibilità alimentare e la produzione di un merchandising ecologico e riciclabile – per rendere un evento cinematografico più sostenibile.

Trailer: A guardia di una fede

 

 

 

 

Serena Pasinetti

 

2a EDIZIONE DEL TERNI POP FILM FEST

FESTIVAL DEL CINEMA POPOLARE

#POPFILMFEST POP IERI, POP OGGI, POP DOMANI

Roma, 26 settembre 2019. Si terrà dal 10 al 13 ottobre la seconda edizione del Terni Pop Film Fest – Festival del cinema popolare. La manifestazione, promossa dall’Associazione Culturale “ Terni per il cinema”, con il patrocinio del Comune di Terni, seguirà nuovamente le tre linee direttive che hanno caratterizzato la prima edizione: Pop Ieri, Pop Oggi, Pop Domani, omaggiando quindi il grande cinema del passato, presentando in anteprima film della stagione e individuando i talenti del futuro.

Due i Premi alla carriera di questa edizione: il primo a Jerry Calà, che aprirà il festival giovedì 10 ottobre con un incontro con il pubblico e con la proiezione del suo ultimo film Odissea nell’ospizio (2017); il secondo ad Enrico Vanzina, che domenica 13 ottobre sarà protagonista di una Masterclass in cui ripercorrerà le tappe più importanti del cinema popolare italiano, una vera e propria lezione di storia del cinema.

Attesissimi anche Enzo Iacchetti e Icio De Romedis, che sabato 12 ottobre presenteranno i cortometraggi diretti da Valerio Groppa, Oggi offro io (co-diretto con Alessandro Tresa) e Spedizioni speciali, in una serata per raccogliere fondi per il progetto Acqua della Icio Onlus, che ha come scopo la realizzazione di pozzi d’acqua in una delle zone più aride dell’est Africa.

La sede del festival sarà sempre il Cipityplex Politeama, nel pieno centro storico della città.           

IL DIRETTORE ARTISTICO: “ Siamo felici di esser riusciti a proseguire il percorso iniziato lo scorso anno. In questa seconda edizione guarderemo tanto all’offerta cinematografica contemporanea quanto alla storia del cinema popolare italiano. Saranno quattro giorni in cui esploreremo il cinema popolare nelle sue diverse anime, dalla commedia leggera a quella sentimentale, dal poliziesco ai grandi affreschi biografici, aprendoci – con soddisfazione – anche al cinema straniero”. ( Antonio V. Spera)

IL DIRETTORE ORGANIZZATIVO: “ Abbiamo deciso di continuare questa fantastica avventura iniziata lo scorso anno. Riportare il grande cinema nella nostra città, dandole anche il giusto respiro internazionale che merita, è per me motivo di grande soddisfazione”. ( Michele Castellani direzione cinema CityPlex Politeama di Terni)

L’ORGANIZZAZIONE DEL FESTIVAL E LA LOCATION: Tutte le giornate saranno divise in due momenti: uno il pomeriggio aperto al pubblico e dedicato ad approfondimenti tematici e ad incontri, e l’altro la sera, dedicato ad “eventi” (premi alla carriera, anteprime, omaggi). La sede centrale del Festival è il Cityplex Politeama, dove si svolgeranno tutte le proiezioni con dibattito e gli incontri della mattina.

Licia Gargiulo