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Dilili a Parigi

Regia di Michel Ocelot.

Un film con Prunelle Charles-Ambron, Enzo Ratsito.

Titolo originale: Dilili à Paris.

Genere Animazione – Francia, 2018, durata 95 minuti.

Dilili a Parigi, ultimo film di Michel Ocelot (Kirikù e la strega Karabà, Azur e Asmar) ci trasporta nel periodo della Belle Epoque parigina, tra artisti, grandi scienziati, scoperte scientifiche. Un terribile mistero sconvolge Parigi: la sparizione continua di donne e bambine. Dilili, piccola mulatta proveniente dalla Nuova Caledonia, indaga su questi eventi inspiegabili aiutata dall’amico Orel e dalla cantante d’opera Emma Calvè.

Le ricerche e gli indizi raccolti, li porteranno a scoprire l’esistenza di una raccapricciante organizzazione dedita alla sottomissione del genere femminile. Dilili a Parigi pone lo spettatore davanti alla bellezza e alla mostruosità della civiltà umana. Da una parte l’arte e la scienza rappresentati da Monet, Rodin, Proust, Toulouse-Lautrec (con una sequenza meravigliosa ambientata al Moulin Rouge), Marie Curie, Pasteur (significativa, visti i tempi antiscientifici che stiamo vivendo, la scena in cui il giovane Orel viene morso da un cane affetto dalla rabbia e si precipita al centro Pasteur per farsi vaccinare). Dall’altra la violenza sulle donne, qui rappresentata nella forma della sottomissione fisica e psicologica.

Il regista racconta di aver dato forma a questo film in un momento storico particolare, cioè quando, nel 2015, la Francia è stata vittima di sanguinosi attentati terroristici e parallelamente, di essere stato colpito profondamente dalla lettura de “Il libro nero della donna. Violenze, soprusi, diritti negati” di Christine Ockrent.

In contrapposizione alla cultura della violenza, Ocelot sceglie la cultura della società aperta dove uomini e donne crescono insieme, in un reciproco riconoscimento di diritti e capacità.

Nel film Dilili passeggia per le strade di Parigi: Ocelot celebra questa magnifica città proponendo allo spettatore scorci nascosti, musei privati, edifici noti e meno noti; il regista ha fotografato Parigi per quattro anni, utilizzando poi le immagini nel suo film.

Dilili a Parigi è un film da non perdere.

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