Regia: Dziga Vertov
“L’UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA”, il suo film più famoso, dove confluiscono tutte le sue idee e le sue teorie. E’ un capolavoro da vedere assolutamente che resta di avanguardia attraverso il tempo, fino ad apparire di incredibile modernità anche ai giorni nostri.
Una giornata a Mosca dall’alba fino al tramonto, come una grande sinfonia visiva. La città si sveglia e inizia a muoversi: inizia la danza della vita trasformata da Vertov in puro ritmo cinematografico. Un cameraman gira per Mosca con la sua macchina da presa e il suo treppiede sperimentando tecniche di ripresa della realtà intorno a lui ardite e spericolate. Il film è pura energia cinetica, una serie di invenzioni visive non riproducibili con altri mezzi che non siano il cinema. Invece di essere un documento sulla realtà sembra avere una natura spirituale e trascendente che sfugge ad ogni classificazione. Probabilmente “L’uomo con la macchina da presa” è il film che scava più a fondo la natura del mezzo cinematografico e tra i più significativi della storia del cinema. E per molti spettatori può significare questo: scoprire davvero cos’è il cinema, possa piacere o no, dopo aver visto centinaia di film che sfruttano principalmente altre arti, come il teatro e la letteratura. Considerato anche il contesto in cui è stato girato, è uno dei film più rivoluzionari di sempre. Dziga Vertov era riuscito ad elaborare una tale consapevolezza teorica del mezzo cinematografico, da consentirgli di trovarne la sua essenza: “”Io sono il cineocchio. Io sono un occhio meccanico. Io sono una macchina che vi mostrerà il mondo come solo una macchina può fare!”
Film muto con accompagnamento musicale