Lo sceicco Harun Al-Rashid, lo zar Ivan Il Terribile e Jack lo Squartatore sono i protagonisti di “WAXWORK” (Das Wachsfigurenkabinett, 1924) conosciuto anche con i titoli “Il gabinetto delle figure di cera” o “Tre amori fantastici”. Summa ad episodi dell’espressionismo tedesco, è anche un crescendo di inquietudine, paranoia e follia, con un cast stellare: Conrad Veidt, Werner Krauss, Emil Jannings e Wilhelm Dieterle.
Un giovane poeta risponde a un’inserzione sul giornale per un lavoro: deve scrivere delle storie che si adattino a tre personaggi di un museo delle cere. Sotto lo sguardo interessato della bella figlia del padrone del museo, il giovane inizia a scrivere delle storie dove adombra sé stesso e la ragazza nei panni degli amanti ma le storie si fanno sempre più cupe fino a culminare nell’incubo che lo coglie tra la veglia e il sonno. Questa grande opera, fortemente ambiziosa, è forse il canto del cigno dell’espressionismo tedesco, sicuramente uno dei suoi picchi: un’opera unica, non paragonabile ad altro, frutto di un genio autonomo e visionario.