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IL FUOCO DENTRO

E tutto cominciò da qui.

La fiammella si accese molti anni fa, anni ’50, tutte le sere si andava al cinema del paese dopo cena allo spettacolo delle 20; la televisione non c’era in casa. La dipendenza era ormai consolidata. Verso i dodici anni potevo andarci da solo, specie la domenica pomeriggio, mi piazzavo davanti all’ingresso della sala appena apriva, alle quattordici; l’eccitazione, il brivido, era quella di entrare per primo e respirare l’aria acre del fumo stantio della sala; ne uscivo alla sera alle diciannove, mi sparavo due volte lo stesso film, si poteva allora, e due volte i fuori programma, che adoravo. Insomma, ero uno spettatore incallito. Alle medie un giorno il professore chiese a tutti la domanda fatidica; cosa volete fare da grande? Io risposi; il regista. A quei tempi la sala cinematografica era un luogo di culto, pagano si intende. Succedeva di tutto, si faceva amicizia, si parlava con lo schermo, si interagiva con i personaggi del film, si sperimentavano i primi approcci amorosi, si respirava il fumo delle Nazionali senza filtro. Saltando a piè pari qualche annetto, successe che un amico della città voleva fare l’attore e frequentava la scuola del Piccolo Teatro di Milano; Daniele mi disse: potresti fare l’aiuto regista, sto lavorando in un film di Lizzani e puoi cercare di infilarti in qualche modo. Armato di faccia tosta dissi al direttore di produzione che desideravo fare l’aiuto regista. Il navigato cinematografaro romano mi diede un indirizzo di Roma e una data: lunedì iniziamo un nuovo film.

Approfittando di amici nella Capitale che mi avrebbero ospitato, mi precipitai e alle nove di quella mattina bussai alla porta della produzione. Il navigato direttore di produzione romano disse all’aiuto regista titolare: questo ragazzo vuole intraprendere la dura vita del cinema. Tra me e me dissi: te lo faccio vedere io. Mi riempirono di fotocopie da fare, scesi in strada in un negozietto e passai ore a fotocopiare una ad una le pagine della sceneggiatura. Il set era una specie di Luna Park ai miei occhi, attori famosi, donne bellissime, un luogo pieno di mistero e di sorprese, ma nuovo, e così lontano da quello che ero abituato a vedere sullo schermo. L’attore principale era una giovane star americana che snobbava la troupe italiana e solo io avevo il permesso di entrare nella sua roulotte per aiutarlo ad aggiustare le battute.

Mi disse: tu sei sprecato qui, vieni in America.

Giorgio Molteni

Regista e sceneggiatore

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.