A dieci anni di distanza Luc Jacquet ci riporta tra i ghiacci con la magia delle riprese in alta definizione e l’utilizzo di innovative camere subacquee e droni, dove il co-protagonista è l’operatore che deve cogliere i dettagli che fanno di questo film un capolavoro naturalistico eccezionale.
Pazienza, tenacia e professionalità, sono le doti che spiccano per cogliere il ciuffo di peli che si stacca dal corpo del pulcino e si posa su un altro corpo di quella terra glaciale… il ghiaccio, un passaggio naturale per diventare adulto.
Affascina i piccoli, senza scene cruente dei predatori che cacciano i cuccioli e i grandi ammaliati da riprese spettacolari che si possono realizzare grazie agli strumenti di avanzata tecnologia e ad un cambiamento climatico diverso dal decennio scorso….purtroppo. Una nuova avventura alla scoperta dell’Antartide come non lo avete mai visto. Protagonista un giovane pinguino che intraprende il suo primo viaggio insieme ai propri simili per una destinazione sconosciuta, guidato solo dall’istinto.
L’istinto, quello che l’altro genere animale (l’umano) ha oramai dimenticato e usando una metafora, un caterpillar che attraversa un orto cercando di non rovinare le fragole (missione impossibile), stravolge tutti gli equilibri naturali, “dimenticando” la cosa primaria di qualsiasi animale, la conservazione della specie.
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