Il quinto Longtake Film Festival ha designato vincitore: Beautiful Beings che ha ricevuto un apprezzamento davvero straordinario. Gli altri quattro titoli in concorso erano, in ordine di presentazione, Showing Up, 1976, Shayda e Songs of Earth.
A parte l’ultimo, un bellissimo documentario norvegese scritto e diretto da Margreth Oli che segue il padre ottantacinquenne per un anno nell’ambiente naturale di Oldedalen nel Vestland, dove è vissuto, un filo conduttore comune ha legato gli altri quattro film: un mondo femminile variegato, con sfaccettature diverse sia di luogo, sia di collocazione sociale e sia di ruolo all’interno della famiglia.
In Showing up, Kelly Richards dipinge il mondo degli artisti americani con una grandissima WIlliams, quasi irriconoscibile, che recita la parte di una donna che sembra sull’orlo di una tragedia incombente che non scoppia mai. È una donna nella sua ‘normalità’ esasperata, metafora di un’America forse senza ideali. Ma c’è anche la madre, a sua volta artista, che cerca di controllare un figlio fuori dalle righe e un po’ tutto il mondo intorno a lei affinché la tragedia non esploda e perché l’America non crolli.
In 1976, film drammatico cileno-argentino del 2022 diretto da Manuela Martelli al suo debutto alla regia, vi è al centro una donna borghese con tutte le sue sicurezze/insicurezze, da una bella casa all’insonnia, fino a prendersi cura di un rivoluzionario ferito. La sua non diventa militanza, ma semplicemente un innamoramento, un diversivo dalla ‘normalità ‘ , con tutte le inevitabili conseguenze.
Shayda, film diretto da Noora Niasari, racconta la storia di Shayda, una donna iraniana molto coraggiosa, madre di una bimba di sei anni. La donna si trova in Australia, dove è costretta a mettersi alla ricerca di una casa di accoglienza, dopo aver subito violenze domestiche. In questo caso, la figura femminile è dipinta in tutte le sue difficoltà: non ultima l’ossessione di quest’uomo che non riesce a sopportare una donna più ‘libera’ di lui. Una libertà che tra l’altro lei non vuole ottenere rinnegando il suo popolo e le sue tradizioni.
E per finire Beautiful Beings, il vincitore, islandese del 2022 scritto e diretto da Guðmundur Arnar Guðmundsson. Ambientato nella periferia di Reykjavík negli anni 2000, il film si concentra su un gruppo di adolescenti e sulla violenza che li circonda. E anche qui, dove la tematica è su questi ragazzi privi di figure adulte di riferimento, sono presenti figure femminili di madri o sorelle vittime di soprusi. L’unica madre ‘positiva’ è quella dell’adolescente, che si dimostrerà il più “salvabile” dei quattro, portatore di messaggi positivi. Le donne che salveranno il mondo? Ci piace pensare così.
Serena Pasinetti
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