Rosa e Cornelia è un film del 2000 che narra la vicenda di una gravidanza indesiderata della contessina Cornelia, promessa sposa ad un marchese francese.
La ragazza viene rinchiusa in una casa di campagna con la balia che l’aveva cresciuta a suo tempo e con una serva, che dovrà disfarsi del bimbo dopo la nascita.
Ambientata a metà del Settecento, la storia mette a confronto due donne profondamente diverse: da una parte Cornelia, capricciosa giovane di sangue nobile, raffinata e colta ma totalmente impreparata alla vita e dall’altra Rosa, serva di estrazione popolare, analfabeta ed istintiva, già molto provata dalla vita (anch’essa incinta).
A partire da un’iniziale diffidenza, Rosa e Cornelia arriveranno a sviluppare una complicità affettuosa, a tratti appassionata, che le regole e le convenzioni del periodo storico non potranno che dividere tragicamente.
È interessante notare che per secoli nel nostro Paese i figli naturali (nati fuori dal matrimonio) non hanno goduto di diritti affettivi ed ereditari nei confronti di padri, nonni, zii.
Nonostante l’articolo 30 della Costituzione recitasse che “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”, dobbiamo attendere il decreto legislativo 154 del 2013 per assistere ad una svolta storica per la disciplina in materia di filiazione. Il legislatore ha voluto, infatti, da una parte, adeguare il diritto alla nuova realtà sociale eliminando completamente la discriminazione tra figli e, dall’altro, eliminare delle terminologie che non sono adatte ai tempi attuali (ad esempio le definizioni di illegittimo ed adulterino).
Oggi è riconosciuto a tutti i figli indistintamente il diritto di essere mantenuti, educati, istruiti ed assistiti moralmente, nonché di crescere in famiglia e di mantenere dei rapporti significativi con i parenti.
Probabilmente oggi Rosa e Cornelia sarebbero andate felicemente a vivere insieme, coi i loro rispettivi bambini, con buona pace delle rigide ed arcaiche convenzioni… e del marchese francese.
Sabrina Dolcini
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