I Legnanesi “I Colombo…. Viaggiatori”

L’ultimo spettacolo dei “I Legnanesi” non tradisce le aspettative di pubblico con il tutto esaurito per l’intero programma 2016/2017. Da quando ci fu l’esordio negli oratori di provincia della compagnia capeggiata dai Musazzi ad oggi un crescendo di successi.

I LEGNANESI nacquero, quasi per scherzo, all’oratorio di Legnarello a Legnano nel 1949, su idea di Felice Musazzi, costretto, da una disposizione del Cardinale Schuster che vietava le rappresentazioni teatrali promiscue, a far interpretare i ruoli femminili da uomini travestiti: da qui ha origine la composizione esclusivamente maschile della Compagnia.

Mantenere viva la voglia di vederli o rivederli in uno spazio oramai  di molti decenni è un’impresa oserei dire unica, il fascino della vecchia Milano (quella dei cortili) la famiglia Colombo, con la Teresa, Mabilia e il mitico e tartassato Giovanni accompagnati da parenti vicini e lontani, amici del nord e del sud, rappresentanti del clero e delle istituzioni (assessori, vigili urbani e ogni altra sorta di enti dello stato) rendono ogni spettacolo unico, ma allo stesso tempo vario e variopinto con i vestiti di scena sempre  più spettacolari.

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Teresa (matrona plebea) donna di cortile, sempre presente, che rispecchia i “povercrist”, alle prese ogni giorno con rivalità di ringhiera, i torti sul lavoro o tra vicini, le difficoltà economiche e le preoccupazioni per la figlia ultra maggiorenne ancora da mantenere (cosa tipica anche nei nostri giorni, guarda un po’).

Mabilia, la figlia zitella, incarna il cliché di un certo mondo femminile di massa, dove l’apparenza è l’unica cosa importante, sempre al di sopra delle sue possibilità, che sogna di emergere e di diventare una soubrette (stereotipo sempre dei nostri giorni…guarda un po’).

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Unico uomo del cortile, Giovanni è un personaggio di poche parole, capace di restare in scena senza aprire bocca, giocando solo sulla mimica facciale e sulla camminata incerta tipica di chi ha alzato troppo il gomito (oramai un mito dei personaggi che incarnano i Colombo).

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Tutto ciò è cultura popolare, portare in scena le storie, i costumi e le tradizioni lombarde le fanno  apprezzare anche fuori dai confini regionali, facendoci ricordare che la famiglia, il lavoro, la crisi economica, i rapporti di vicinato e la nostra classe politica non è poi cambiato molto e i riferimenti sono purtroppo sempre attuali. La prova di tanto successo sono le vendite di dvd (distribuiti da Dna srl ) che oramai in proporzione, superano quelli dei prodotti d’oltre oceano, con budget stratosferici.

Giants Volume VIII-Il Piccolo

Il Piccolo

Introduce il racconto sul Piccolo Teatro di Milano e d’Europa Andrea Camilleri, che, 22enne si trovava in città proprio nel momento della sua nascita. Farinotti contestualizza il  primissimo dopoguerra, quando Antonio Greppi, uomo illuminato, diventa sindaco e usa le poche risorse disponibili non solo per le necessità primarie ma anche per la cultura, rimettendo in piedi la Scala e, dando vita, nel 1947, al Piccolo Teatro. I fondatori sono Paolo Grassi, Giorgio Strelher e Nina Vinchi. Dopo gli interventi di Giuliano Pisapia, e di Ferruccio De Bortoli, il racconto prosegue attraverso le parole di chi il teatro lo “fa”: Sergio Escobar direttore generale, Stefano Massini consulente artistico, Maurizio Porro, critico del Corriere, Giulia Lazzarini, attrice, Ornella Vanoni, che “nacque” al Piccolo” e racconta la sua vicenda personale con Strelher. Sono presenti attraverso filmati concessi dal Piccolo, tutti i suoi “eroi”, a cominciare da Luca Ronconi. E poi, letteralmente tutti, (non c’è spazio per nominarli qui)gli autori, attori, registi, artisti. Marco Eugenio Di Giandomenico inquadra l’aspetto economico. Uno stralcio del racconto di Farinotti: “Il Piccolo ha innescato due forze, una centripeta, di accoglienza dei movimenti culturali prevalenti, e una, più potente, centrifuga nell’elaborare e trasmettere al mondo. Accreditandosi come un soggetto che fa testo è stato, uso un termine impegnativo, un colonizzatore. Lo spettacolo-culturale del Teatro, secondo gli auspici iniziali è stato alla portata di tutti, attraverso diversi piani di lettura, certo.” Il “Piccolo” è un autentico GIANT.