Sirāt

Regia di Oliver Laxe
Genere: drammatico, azione
Durata: 120′
Con: Sergi Lopez, Bruno Nunez, Stefania Gadda, Richard Bellamy

In concorso al Festival di Cannes, il film di Oliver Laxe è ambientato nel deserto del Marocco e vede al centro della storia Luis (Sergi Lopez) e il figlio di dieci anni impegnati nella ricerca di Marina, figlia maggiore di Luis che non è più tornata a casa dopo un rave. I due decidono quindi di cercarla seguendo le tappe dei free party organizzati nelle aree più remote del Nord Africa, unendosi a un gruppo di post punk che farà loro da guida. Sirat: la mistica dei raver e l’inferno sulla terra. La recensione del ...

Ispirato al ponte Sirāt che nella tradizione islamica separa l’inferno dal paradiso, il film comincia con tutti i connotati di un road movie con momenti anche divertenti ma dopo i primi quaranta minuti cambia completamente orientamento e diventa il racconto di un’odissea tragica, con un crescendo di tensione che tiene incollati allo schermo fino alla fine.

Il viaggio del protagonista passa dall’essere un mero viaggio su quattro ruote a un viaggio interiore, di conoscenza e di scoperta, intriso di diversi momenti di riflessione sulla famiglia: quella che Luis si è costruito e cerca di tenere unita, e quella del gruppo di emarginati, non di sangue ma frutto di una loro scelta.

Non è possibile andare oltre con il racconto nella speranza che il film venga distribuito in Italia, così che possiate vedere quest’opera potentissima che Oliver Laxe è riuscito a girare interamente all’aria aperta ma impregnandola di claustrofobia.

Francesca De Santis