Come si fa a vincere la gara per la scarpetta persa al ballo del principe di Cenerentola? Ve lo svela questo Body Horror femminista in chiave gotica.
Presentato fuori concorso alla 75ª Berlinale nella sezione Panorama e successivamente in anteprima italiana al Milano Film Festival 2025, The Ugly Stepsister è l’opera prima della regista norvegese Emilie Kristine Blichfeldt, che riscrive la favola di Cenerentola dal punto di vista della sorellastra brutta.
Potentissimo e originale il messaggio femminista veicolato in questa pellicola che usa gli stereotipi tipici di una fiaba rovesciandoli e che ribalta totalmente le figure femminili (buone e cattive).
In un regno in cui l’unico valore femminile è la bellezza fisica, che porta con sé ricchezza materiale, si aggirano figure maschili interessate solo al sesso e quattro figure femminili protagoniste.
La regista trascina subito la nostra empatia verso Elvira (Lea Mathilde Skar Myren) la sorellastra brutta, vittima da una parte di un sogno romantico quasi irraggiungibile (sposare il Principe), dall’altra di una madre avida che usa la figlia per ottenere potere e danaro.
La madre si sposa per essere ricca e si trova vedova e usa la figlia brutta trasformandola per raggiungere il potere.
Grande attacco della regista ai centri di chirurgia estetica e al mondo della moda, che vuole figure femminili sempre più magre a costo di disordini alimentari.
Una tenia ingoiata da Elvira, metafora delle diete estreme, un chirurgo con tanto di scalpello per modificare il volto della ragazza, simbolo di una falsa idea di perfezione estetica e scene di automutilazione offrono le immagini tra le più estreme e più potenti di significato viste al cinema recentemente.
Cenerentola stessa è opportunista e poco “umile e sottomessa”.
L’unica figura positiva è la sorella minore, chiave di volta della situazione: una donna, la più giovane.
Il Body Horror, nel suo aspetto più politico di distruzione dello stereotipo di bellezza femminile, trova in questa pellicola una prima prova (e ci auguriamo non la sola) della giovane regista norvegese.