Dinți de lapte (Milk teeth)

Regia: Mihai Mincan
Cast: Emma Ioana Mogos, Marina Palii, Igor Babiac, Istvan Teglas

Romania, 1989. La dittatura di Nicolae Ceaușescu è al tramonto. In una piccola città isolata, Maria, una bambina di dieci anni, è l’ultima persona ad aver visto la sorella prima della sua scomparsa. Dilaniata dalla perdita, cerca di dare un senso a una nuova, terrificante realtà.

Dinți de lapte è in concorso nella sezione Orizzonti a Venezia e mette in scena una delle storie forse meno raccontate della Romania, la sparizione dei bambini durante il regime. E lo fa senza parlare apertamente di Ceausescu e della rivoluzione, ma lasciando tutto in sottofondo, costante e inesorabile, indicandone le date, i giuramenti a cui erano obbligati i bambini a scuola e in ogni attività extra, negli abiti e nel lavoro delle istituzioni.

Un film difficile, dove il montaggio non propriamente lineare aiuta poco nella comprensione di questa storia che si muove tra il thriller e il dramma.

 

 

 


Francesca De Santis

 

MADE IN EU

Regia: Stephan Komandarev
Cast: Gergana Pletnyova, Todor Kotsev, Gerasim Georgiev

Nel marzo 2020 si diffonde anche in Bulgaria la pandemia di Covid. Inizialmente qualche caso isolato a Sofia, poi l’epidemia vera e propria parte da una fabbrica tessile in una piccola città di periferia.

Quando durante il turno di lavoro un’operaia sviene a terra e viene ricoverata in ospedale, le fanno il tampone: positivo. Da quel momento non si diffonde solo il virus ma una vera e propria caccia al colpevole, anzi alla colpevole, perché tutta la città se la prende con lei.

Nella sezione VENEZIA SPOTLIGHT, l’opera del regista bulgaro Stephan Komandarev è una vera e propria denuncia sociale non tanto del sistema di gestione dell’emergenza sanitaria, quanto di tutto il sistema capitalista fatto di produzioni e manodopera a basso costo, dove nessuna lavoratrice e nessun lavoratore è tutelato.

E soprattutto di come sia più facile prendersela con gli ultimi piuttosto che con il sistema stesso.
Esattamente quello che è successo durante la pandemia di Covid, dove sicuramente non ne siamo usciti migliori.

 

 

 

 

Francesca De Santis

LE MAGE DU KREMLIN

Regia: Olivier Assayas
Cast: Jude Law, Paul Dano, Alicia Vikander

Olivier Assayas ed Emmanuel Carrère firmano la sceneggiatura di questo film tratto dal libro di Giuliano De Empoli sulla figura di Vladislav Yuryevich Surkov (che nel film prende il nome di finzione Vadim Baranov), considerato l’architetto dell’ascesa al potere di Putin.

Partendo dal crollo dell’Unione Sovietica per arrivare più o meno ai giorni nostri per capire come ha potuto farsi strada l’attuale presidente russo, ma soprattutto per capire come funziona in generale l’instaurazione di un regime.

Baranov – Surkov, da scrittore e regista teatrale, decide ad un certo punto di sfruttare ciò che ha imparato dall’Accademia d’arte, dalla letteratura e dalle regole di regia e metterle al servizio del potere, in una Guerra Fredda che sembra (non a torto) non essere mai finita.

Punto di forza del film è l’interpretazione magistrale di Jude Law che interpreta Putin e lo fa in maniera assolutamente credibile, imitandone le espressioni e i movimenti. Anche la narrazione lineare spiega più che esaustivamente le dinamiche di potere (di Putin ma non solo, non mancano dei vaghi ma comunque presenti riferimenti alle strategie di manipolazione dei popoli tutti) ma questo potrebbe anche essere il suo limite.

Il film dura poco più di due ore e mezza (verrà distribuito sulla piattaforma Disney+) proprio perché si dilunga moltissimo sui dialoghi e le spiegazioni per filo e per segno di cause ed effetti della storia russa contemporanea attraverso i dialoghi serrati fra i suoi protagonisti, tutti rigorosamente in inglese, rendendo un po’ limitata la verosimiglianza con la realtà.

In concorso alla 82° Mostra d’arte cinematografica di Venezia.

 

 

 

Francesca De Santis

 

FRANKENSTEIN

Regia: Guillermo Del Toro
Cast: Oscar Isaac, Jacob Elordi, Christoph Waltz, Mia Goth

La trasposizione cinematografica del grande romanzo di Mary Shelley con le tinte del gotico di Del Toro e con alle spalle le risorse di una produzione Netflix.

Frankenstein. Oscar Issac as Victor Frankenstein in Frankenstein . Cr. Ken Woroner/Netflix © 2025.

 

 

 

 

 

 

 

La storia ormai ultra nota e sempre affascinante del dottor Viktor Frankenstein e della sua creatura, viene qui rappresentata dai due punti di vista dei due protagonisti. La parte centrale del film è quindi dedicata alla vita del “mostro” per comprenderne la natura aldilà delle sue origini, diventando quindi più una riflessione su che cos’è l’anima.

Ma quello che più colpisce del film sono i grandissimi effetti speciali e lo sfarzo della rappresentazione e, insieme alla durata esageratamente lunga (due ore e mezza), lo rilega inevitabilmente a pellicola da piattaforma, che non a caso l’ha prodotta.

 

 

 

 

Francesca De Santis

FATHER MOTHER SISTER BROTHER

Regia: Jim Jarmusch
Con: Tom Waits, Cate Blanchett, Adam Driver, Mayim Bialik, Charlotte Rampling

Il ritorno maturo di Jim Jarmusch dietro la macchina da presa in un film sugli assurdi ma indissolubili legami famigliari.

Tre capitoli ambientati in tre Paesi diversi (USA, Irlanda e Francia) e con protagoniste tre famiglie diverse, per raccontare con le parole sempre taglienti e in situazioni comiche ma amare proprie di Jarmusch, le dinamiche famigliari in cui tutte e tutti ci possiamo ritrovare.

Una rappresentazione universale del nucleo famigliare al cui interno ci sono persone fondamentalmente diverse, ognuna con le proprie fissazioni, con la propria necessità di dimostrare qualcosa (di solito i figli nei confronti dei genitori) o di mostrarsi per qualcun altro, unite semplicemente dalla genetica (e a volte dallo stesso gusto nel vestire).

Non manca comunque una sottile considerazione: i veri anarchici forse sono i genitori.

In concorso alla 82° Mostra del Cinema di Venezia.

 

 

 

 

Francesca De Santis