CARLOS: IL VIAGGIO DI SANTANA.

Dopo il successo raccolto all’ultimo Tribeca Film Festival, arriva nelle sale prodotto dai Premi Oscar Ron Howard e Brian Grazer (“The Beatles: Eight Days a Week” e “Pavarotti”) l’intimo e vibrante docu-film su un artista leggendario.

CON UN’INTRODUZIONE ESCLUSIVA DI CARLOS SANTANA E DEL REGISTA RUDY VALDEZ.

SOLO IL 25, 26 E 27 SETTEMBRE IL CINEMA CELEBRA IL ROCK DI UN’ICONA UNICA E CI FA IMMERGERE NELLA SUA MUSICA.

Arriverà nelle sale cinematografiche di tutto il mondo con un evento esclusivo CARLOS, il documentario diretto dal regista Rudy Valdez dedicato al leggendario chitarrista e icona mondiale Carlos Santana. L’appuntamento celebra la vita e la storia di una delle più grandi icone della musica, vincitore di 10 Grammy, e arriverà nelle sale solo il 25, 26 e 27 settembre con “CARLOS: IL VIAGGIO DI SANTANA. ANTEPRIMA MONDIALE”.Le proiezioni saranno arricchite da uno speciale contenuto introduttivo che vedrà la partecipazione dello stesso Santana e del regista Valdez, già vincitore di due Emmy (The Sentence, We Are: The Brooklyn Saints).

Presentato in anteprima all’ultimo Tribeca Festival, CARLOS raccoglie nuove interviste a Santana e alla sua famiglia, filmati d’archivio mai visti prima, tra cui video casalinghi registrati dallo stesso artista, filmati di concerti, scene di backstage, interviste con luminari dell’industria musicale e collaboratori, tra cui Clive Davis e Rob Thomas.

Carlos Santana

L’evento è presentato in tutto il mondo da Trafalgar Releasing e Sony Pictures Classics e distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital. Leggenda musicale da 50 anni e vincitore di 10 Grammy, Santana continua a essere uno degli artisti più importanti del mondo, capace di fondere jazz, blues e musica Mariachi con la spiritualità del rock n’ roll, mostrando il senso di connessione e il legame primordiale tra la musica e le nostre emozioni più profonde.

Finanziato congiuntamente da Sony Music Entertainment e Imagine Documentaries, CARLOS è prodotto da Sara Bernstein e Justin Wilkes insieme a Lizz Morhaim e prodotto esecutivamente dai produttori Premio Oscar Brian Grazer e Ron Howard per Imagine Documentaries. Tra i produttori anche Leopoldo Gout, Ashley Kahn e Sam Pollard.  Meredith Kaulfers è co-produttore esecutivo per Imagine Documentaries e Michael Vrionis produttore esecutivo. Tom Mackay e Richard Story sono produttori esecutivi per Sony Music Entertainment.

Francesca De Santis

 

THE PALACE

Diretto da Roman Polański

Con:

Fanny Ardant, Mickey Rourke, Fortunato Cerlino, Luca Barbareschi, Joaquim de Almeida, Sydne Rome.
Con un budget da 17 milioni di euro (faccio notare che è il primo film in cui la Francia non finanzia neanche un centesimo: problemi per la sceneggiatura o guai giudiziari di Roman Polanski?) sono riusciti a produrre un ottimo cinepanettone dove il leitmotiv si fonda su doppi sensi, equivoci, cliché e tutto quello che ci si potrebbe aspettare da quel genere di film, destinato appunto ad un pubblico popolare.
Ma si poteva pretendere anche qualcosa di più da una commedia dove alla fine i dialoghi (punto focale per ogni genere) strappano la risata come una banalissima pellicola demenziale, facendola tranquillamente rientrare nel così detto genere trash.
Anche il finale, senza spoilerare ne è l’emblema.
E dire che Polanski aveva esordito con il primo film “Il coltello nell’acqua” nel 1962 ottenendo la candidatura al premio Oscar al miglior film straniero.
Il film è stato presentato in anteprima alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia fuori concorso. Ecco appunto.

 

Giovanni De Santis

POOR THINGS

Regia: Yorgos Lanthimos

Con: Emma Stone, Willem Dafoe, Mark Ruffalo

È stato presentato a Venezia Poor Things, l’ultimo lavoro di Yorgos Lanthimos e adattamento cinematografico del romanzo di Alasdair Gray.

Siamo in un Inghilterra vittoriana fantastica dove il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) è una sorta di dottor Frankenstein che sfrutta le sue abili doti di chirurgo per insegnare e creare i suoi personali esperimenti domestici. Tra questi c’è Bella Baxter (Emma Stone) che, a seguito di un intervento, impara nuovamente a vivere, o meglio, a scoprire la vita. Inizia così per lei un viaggio nel mondo e alla scoperta di sé stessa e delle persone che la circondano, in un mondo surreale per l’ambientazione ma con tutti i caratteri e personaggi che abitano quello reale.

Un film eccezionale sotto diversi punti di vista: dagli effetti speciali al trucco, dai dialoghi divertenti e brillanti al cast di tutto rispetto perfettamente calato nelle parti che gli sono state affidate. Emma Stone ancora una volta non sbaglia un colpo e impersonifica questa bizzarra creatura che si fa spazio in un mondo maschilista e inizia a conquistare la propria indipendenza, seguendo solo il proprio istinto perché completamente dissociata, almeno inizialmente, dalla realtà circostante.

Ancora una volta quindi vediamo un film che sicuramente strizza l’occhio alla casa di distribuzione a cui è affidato (Disney+) ma di certo merita una visione al cinema, dove uscirà in Italia il prossimo gennaio.

 

Francesca De Santis

La Bête – La bestia di Bertrand Bonello Venezia 80

Durata: 146′
Genere: Sci-fi
Con: Léa Seydoux, George MacKay

Bertrand Bonello dirige questo film di fantascienza con protagonisti d’eccezione come Léa Seydoux e George MacKay per parlare di intelligenza artificiale proprio nel pieno dello sciopero Hollywoodiano che ha caratterizzato questa edizione della Mostra di Venezia.

Siamo in un futuro non troppo lontano (2044) e ormai l’intelligenza artificiale ha invaso quasi interamente la quotidianità e sostiuito una stragrande maggioranza di lavoratori e lavoratrici nel mondo dello spettacolo e non solo. Gabrielle (Léa Seydoux) non riesce a trovare una collocazione in questo mondo sia dal punto di vista lavorativo, muovendosi precariamente tra vari lavori come attrice e modella, che nella vita sentimentale. L’insicurezza personale e l’instabilità lavorativa le provocano un senso di angoscia e solitudine a cui le nuove teconologie – e coloro che le regolano – provano a porre rimedio attraverso uno strano processo di “purificazione” che mira sostanzialmente a sopprimere i sentimenti. È attraverso questo processo che Gabrielle inizia una serie di viaggi nel tempo tra passato e presente per risolvere questo suo senso di angoscia attraverso anche la relazione sentimentale complicata e perlopiù platonica con Louis (George MacKay).

La Bête è un’opera tutt’altro che semplice dove ogni battuta, personaggio ed elemento ha un significato ed è strettamente legato alla tematica, anzi, alle tematiche alla base del film: l’intelligenza artificiale come sostiutzione dell’umanità, l’individualismo persistente dei nostri giorni, la dissipazione dello spirito collettivo, la paura delle relazioni e il malessere esistenziale. È proprio la profondità di questo film, con le sue difficoltà, a renderlo un grande capolavoro in concorso a questa 80° Mostra d’arte cinematografica che ci auguriamo davvero possa ricevere il Leono d’oro.
In questo momento significativo, non solo per le proteste degli attori e sceneggiatori di Hollywood ma anche per la presenza invasiva delle piattaforme che inevitabilmente dettano legge sulla distribuzione, appiattendo la varietà di storie e tematiche da raccontare, l’opera di Bonello è quanto mai necessaria per ricordarci che il cinema serve, anche, a farci riflettere e a stimolare il pensiero.

 

Francesca De Santis

El Paraiso di Enrico Maria Artale Venezia 80

Durata: 106′
Genere: Drammatico
Con: Edoardo Pesce, Margarita Rosa De Francisco, Maria Del Rosario, Gabriel Montesi

Presentato nella sezione Orizzonti, El Paraiso è la storia di Julio (Edoardo Pesce), un quarantenne di Fiumicino che vive ancora con la madre con cui porta avanti un traffico di cocaina dalla Colombia, terra nativa della donna e in cui non ha mai più rimesso piede da quarant’anni ma alla quale è ancora legatissima. I due vivono così tra il narcotraffico e le serate nei locali di salsa dove si divertono insieme, in questo intimo e morboso rapporto madre – figlio. A sconvolgere il loro equilibrio sarà Ines, una nuova mula che arriva a Roma dalla Colombia, stabilendosi per qualche giorno a casa loro e innescando una serie di gelosie e isterismi fra Julio e la madre.

Opera molto interessante questa di Enrico Maria Artale, per la seconda volta a Venezia, che mette in scena il rapporto edipico fra una madre e il figlio che da una parte non tollera questa presenza ingombrante, a causa della quale non riesce a condurre una vita normale, ma dall’altra ne è totalmente succube e dipendente, tanto da non riuscire a separarsene. La figura stessa di Julio è ambigua, a volte lo compatiamo, a volte lo detestiamo, altre ancora ci diverte. Sicuramente riesce a farci entrare in quella relazione disfunzionale con tutti i dubbi che ne comporta: è la follia di un rapporto morboso o amore famigliare portato all’estremo? È il frutto di una situazione disagiata o il risultato di una condizione da cui non si vuole uscire?
Ambientato nel piccolo mondo della provincia di Roma abbandonata dalle istituzioni dove tutto sembra permesso perché completamente dimenticato, El Paraiso è un film a tratti disturbante, a tratti drammatico e qualche volta ironico che si regge sostanzialmente sui due protagonisti Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco, sui loro dialoghi, sguardi e movimenti.

L’opera sarà distribuita da I Wonder e uscirà nelle sale nel 2024, sicuramente da vedere.

Francesca De Santis