HERE

Regia: Robert Zemeckis

Attori: Tom Hanks, Robin Wright, Kelly Reilly, Michelle Dockery, Paul Bettany, Ophelia Lovibond, Jonathan Aris, Nikki Amuka-Bird

Genere: Drammatico

Paese: Usa

Durata: 104′

Al cinema dal 9 gennaio 2025

Dalla preistoria con i dinosauri, passando per i  luoghi  in cui si  è fatta la storia degli Stati Uniti d’America,  si arriva al salotto di una casa, abitata  da diverse generazioni di famiglie di cui si narrano le vicende umane  nell’arco di un periodo, relativo soprattutto agli ultimi cinquant’anni del  ‘900, per arrivare fino all’oggi.

Robert Zemeckis si basa per questa pellicola su  un fumetto di Richard McGuire, trasformato in graphic novel.

Tanto quest’ultimo quanto il film sono costituiti da un’unica inquadratura fissa che ritrae un salotto: fondamentale unità di luogo. I protagonisti sono sia le famiglie sia gli eventi che accadono,  mentre il tempo scorre  avanti e indietro, intrecciando più piani cronologici tramite dei riquadri che compaiono sullo schermo e che contengono eventi appartenenti a momenti storici diversi.

Risultato immagine per film Here

Non un singolo protagonista dunque,  ma una famiglia, una classe  sociale, la classe medio borghese  americana, ritratta esclusivamente nel salotto, dove le vicende esterne sono testimoniate principalmente dalle immagini della TV. Come tante finestre di un computer, si aprono davanti ai nostri occhi le vicende soprattutto di una  di queste   famiglie, al colmo della normalità, nella  quotidianità troppo e sempre uguale sia essa quella di ogni giorno sia quella delle feste civili o religiose. Attraverso un continuo backward/forward assistiamo alla storia della famiglia  che si intreccia  con la Storia con la S maiuscola: la Storia  americana. La storia familiare è invece anche  la storia di tutti noi, quando stiamo rinchiusi,  come si suol dire, tra quattro mura. Da questa casa/prigione alcuni personaggi, soprattutto i maschi, non vogliono andarsene. Diventa la loro (ma anche la nostra, di tutti coloro che non vogliono uscire) una comfort zone che non ci fa osare, che ci impedisce di seguire i nostri sogni. Sono le donne ad andarsene, a cercare altre strade oppure  a tornare, spegnere la TV, il sogno americano,  ascoltare il silenzio  e poi sfuggire a tutto.  Il desiderio di correre dietro ai propri desideri e ai propri sogni corre nel film accanto alla monotonia o alle tematiche vita/morte,  amore/abbandono, creando una forte tensione narrativa.

Senza addentrarci in particolari per evitare di anticipare, il fantastico finale sarà metaforicamente, forse, una fuga definitiva.

Serena Pasinetti

OH CANADA I tradimenti

     Regia: Paul Schrader
     Attori: Richard Gere, Uma Thurman, Michael Imperioli, Jacob Elordi
     Genere: Drammatico
      Paese: Usa
      Durata: 94′
      Al cinema dal 16 gennaio 2025

Leonard Fife (Richard Gere) è un documentarista di fama che, alla fine della sua carriera, decide di raccontare la propria vita senza filtri. Ma il suo passato da disertore durante la guerra del Vietnam e le sue relazioni complicate nascondono verità dolorose. Durante l’ultima intervista con i suoi ex studenti, con la moglie Emma (Uma Thurman) al suo fianco, i ricordi del giovane Leonard (Jacob Elordi) rivelano l’uomo dietro al mito, mettendo in discussione tutto ciò che si pensava di sapere su di lui.

Paul Schrader torna sulle scene con un viaggio complesso e stratificato attraverso la memoria e la percezione del tempo, un film che scava nel passato per rivelare le crepe della narrazione e della realtà stessa.

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Il protagonista, un regista tormentato da un evento controverso, tenta di ricostruire una storia che sembra continuamente sfuggirgli, intrappolandolo in un gioco infinito tra ricordi, rievocazioni e nuove dimensioni del passato. Ogni tentativo di accedere a ciò che è stato porta a un ulteriore livello, un “meta-passato” che si sovrappone e talvolta contraddice quello precedente, fino a rendere indistinguibile il confine tra ciò che è stato e ciò che viene reinterpretato.

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Il tempo viene scomposto e ricomposto attraverso un montaggio che, invece di fornire ordine, amplifica l’incertezza e l’ambiguità. Questo non è un elemento a sfavore, anzi, è forse l’aspetto più rilevante, poiché riflette perfettamente il tormento interiore del protagonista. Richard Gere, un ‘veterano’ nei ruoli diretti da Paul Schrader, offre una commovente interpretazione, dando voce a un uomo intrappolato nei suoi ricordi e nel peso delle scelte passate.

Tuttavia, il messaggio che il film vuole comunicare rischia di rimanere soffocato nella stratificazione narrativa.

Miriam Dimase