IA VS Film commission, si accende un altro interrogativo.
Le film commission, enti che promuovono e supportano le produzioni cinematografiche sul territorio, si trovano oggi davanti a una sfida epocale: l’avvento dell’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui si fa cinema, e questo impatta direttamente sul loro ruolo.
Finita la kermesse del MIA a Roma, mi sono posto la domanda. Quale posto avranno le Film commission nei prossimi anni con l’avanzata dell’IA?
- Meno richieste di location fisiche: se l’IA può generare ambienti realistici, il bisogno di girare in luoghi reali potrebbe diminuire, riducendo il ruolo delle film commission nella logistica.
- Nuove competenze richieste: le film commission potrebbero evolversi in hub tecnologici, offrendo supporto su strumenti AI, post-produzione e formazione digitale.
- Valorizzazione del territorio in chiave virtuale: potrebbero promuovere la digitalizzazione di paesaggi e monumenti locali per renderli disponibili come asset virtuali nelle produzioni AI.
- Ruolo curatoriale ed etico: con l’IA che può manipolare la realtà, le film commission potrebbero assumere un ruolo di garanzia sull’autenticità e trasparenza delle opere.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’industria cinematografica sta generando una serie di conflitti e tensioni con le Film Commission, le istituzioni che promuovono e regolano la produzione audiovisiva nei territori.
Diritti d’autore e tutela degli artisti
Addestramento dei modelli IA: Le IA generative spesso utilizzano contenuti protetti da copyright per “imparare”, sollevando dubbi sulla legalità dell’uso di opere senza consenso.
Output generati: Chi detiene i diritti su un film scritto o diretto da un’IA? Le Film Commission dovranno affrontare nuove sfide legali per tutelare creatori e interpreti.
Sostituzione di ruoli umani
Attori digitali: Progetti come The Sweet Idleness, diretto da un regista virtuale (FellinAI) e interpretato da attori rielaborati digitalmente, mostrano come l’IA possa ridurre la domanda di attori reali.
Sceneggiatori e tecnici: L’uso dell’IA per scrivere sceneggiature, montare video o creare effetti speciali rischia di mettere in crisi intere categorie professionali.
Regolamentazione e trasparenza
Le Film Commission dovranno aggiornare i criteri di finanziamento, tax credit e selezione dei progetti, distinguendo tra produzioni tradizionali e quelle IA-assisted.
La trasparenza sui dati di addestramento e l’uso etico dell’IA saranno centrali per evitare abusi e garantire equità.

Impatto culturale e identitario
L’IA può generare contenuti “neutri” o globalizzati, mettendo a rischio la diversità culturale e l’identità territoriale che le Film Commission cercano di valorizzare.
La creazione di personaggi digitali “immortali” e attivi sui social media, come proposto da Actor+, ridefinisce il concetto di celebrità e presenza mediatica.
Conflitto filosofico e creativo
C’è un rischio di compiacenza verso l’automazione, dove il pensiero critico umano viene sostituito da decisioni algoritmiche. Le Film Commission potrebbero diventare arbitri tra visione umanocentrica e visione IA-centrica.
In sintesi, il conflitto tra IA e Film Commission non è solo tecnico o giuridico, ma anche culturale e filosofico.
Le istituzioni dovranno trovare un equilibrio tra innovazione e tutela del patrimonio umano e creativo.
Le film commission non sono destinate a scomparire, ma a trasformarsi. Da enti logistici e promozionali, potrebbero diventare mediatori culturali e tecnologici, capaci di connettere creatività, territorio e innovazione.
Il loro valore sarà sempre più legato alla capacità di guidare l’uso responsabile dell’IA e di preservare l’identità locale anche nel cinema generato da algoritmi.
La domanda principe è: avranno le competenze per essere al passo con tutto questo?
Giovanni De Santis
