UP & DOWN – UN FILM NORMALE

Regia di Paolo Ruffini, Francesco Pacini.

Una tournée nei teatri italiani dello spettacolo che vede protagonisti sei attori alle prime armi, con tanta voglia di fare ed un entusiasmo come pochi hanno, cinque con la sindrome di Down e uno autistico: Federico, Andrea, Erika, Giacomo, Simone e David sono prima di tutto attori formidabili, sul palcoscenico riescono a tenere la scena con grande spontaneità e professionalità.

Up&down diventa un docufilm e come co-protagonisti ha Paolo Ruffini, sì il comico che abbiamo visto in molti film e spettacoli di successo televisivi insieme a Lamberto Giannini.

La naturalezza di come Paolo aiuta, facendo“da spalla”, traspare immediatamente, metterli a proprio agio scherzando e facendosi anche prendere in giro è un plus non facile da gestire, l’equilibrismo per rendere paritetico il rapporto con un personaggio come il suo (oramai navigato) lo fa diventare ancora più grande di come ci appare. 

Paolo e Francesco li definiscono supereroi sbagliati, con la consapevolezza di compiere l’impossibile, dimostrando che la normalità è illusoria.

Un lavoro durato un anno ha dato un risultato che merita di essere premiato dando spazio in primis alla sala e poi a tutta la filiera, digital, home video, Tv.

Possiamo imparare molto da questi ragazzi, come quando pensiamo di essere perfetti, ma fotografiamo un piatto di carne prima di mangiarlo, o quando vogliamo essere pedissequi ai fashion blogger, senza più essere noi ma la copia di qualcun altro.

Essere perfetti è essere se stessi.

al cinema dal 25 Ottobre

Giovanni De Santis

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La Diseducazione di Cameron Post

Regia di Desiree Akhavan.

Un film con Chloë Grace Moretz, John Gallagher Jr., Sasha Lane, Forrest Goodluck, Jennifer Ehle.

La diseducazione di Cameron Post, secondo lungometraggio della regista newyorkese di origine iraniana Desiree Akhavan, ci racconta la storia della giovane Cam, adolescente americana che, pizzicata a baciare una coetanea al ballo della scuola, verrà inviata forzatamente presso un centro religioso nato con lo scopo di convertire gli orientamenti sessuali ritenuti “peccamonosi”.

Siamo nel 1993: Cameron arriva presso il centro religioso God’s Promise, gestito da una terapeuta e da suo fratello. Mediante trattamenti sostanzialmente basati sulle pressioni psicologiche, sul senso di colpa e sulla delazione, la coppia “diabolica” promette alle famiglie invianti, bigotte e retrograde, di estirpare nei giovani ragazzi i comportamenti ritenuti devianti dalla normalità.

Molto intensa l’interpretazione di Chloe Grace Moretz, che ci offre una Cameron vivace, dubbiosa, vitale e pronta, nonostante le vessazioni del centro religioso, a rispettare la propria identità.

La sceneggiatura è ben cesellata sul carattere dei personaggi, credibili e mai sopra le righe.

Lo spettatore si sentirà immerso nel clima soffocante del centro religioso, irritato dalle regole prive di senso e dalla repressione manipolatoria esercitata dalla pseudo terapeuta.

In una scena molto intensa, Cameron dirà che “portare le persone ad odiare se stessi” è una delle umiliazioni peggiori inflitte ad un essere umano.

Ricordiamo che le terapie riparative sono vietate in molti stati; più volte l’ordine degli psicologi si è espresso negativamente in merito all’utilizzo di queste terapie.

Nel 1990 l’OMS ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali; le maggiori organizzazioni americane per la salute mentale ritengono che le terapie di conversione siano dannose e che non ci sia nessuna base scientifica in grado di dimostrarne la sicurezza e l’efficacia.

Vincitore del gran premio della giuria al Sundance Film Festival, la diseducazione di Cameron Post sarà nelle sale dal 31 ottobre.

Sabrina Dolcini