Tutti abbiamo assistito al colossale spettacolo della vicenda del Papa. Per giorni abbiamo sentito di monarchi, principi, capi di stato e di governo, atei, ultimi, religiosi di altre fedi, insomma, uso anch’io quella definizione reiterata, “i potenti della terra”. L’overdose mediatica ha reso familiari i nomi dei principali attori americani, ucraini, europei, vaticani.
E poi quell’estetica unica al mondo, con quei marmi, in San Pietro, ideati da Michelangelo, che contenevano quelle due sedie sulle quali si decidevano i destini del mondo. Da non crederci.
Un film mai visto, col cast infinito che ho indicato sopra. Quasi da far impallidire kolossal come Via col vento, Titanic, Ben Hur.
Ci sarà una selezione di “modelli” che certo non mancano, dove ciascuno rappresenta, nel corpo e nel volto, un sentimento e un coinvolgimento diverso.
E arrivo a immaginare, in un contesto del genere così vasto, magari infinito, che si possa palesare anche una guest star particolare: lo Spirito Santo.
Momenti clou come l’incontro tra Trump e Zelensky aggiungerebbero tensione drammatica, richiamando il senso di una spy story. Quasi come una scena di un intrigo diplomatico.
L’omelia, recitata dal cardinale, potrebbe essere il “monologo centrale”, una riflessione potente e universale sul significato del cambiamento e della continuità.
E infine, la sequenza di chiusura: la salma che viene traslata, accompagnata da una processione silenziosa, seguita da un ultimo coro che evoca una forte catarsi.
Non sarebbe un film da Oscar? Con la regia di Spielberg, Villeneuve o forse qualcuno di inaspettato?
Giovanni De Santis