Skip to content

Io ti conosco e il femminicidio che non si può più ignorare

Mentre tutti ne parlano, il cinema denuncia.

Nel film Io ti conosco, Laura Angiulli non racconta il femminicidio: lo attraversa. Lo lascia emergere come una crepa nel tessuto della realtà, come un’assenza che non si può montare, come un dolore che non si lascia chiudere in una narrazione lineare. La protagonista Nina, interpretata con intensità da Sara Drago, è una montatrice. Ma quando il marito scompare, il suo lavoro, dare forma alle storie degli altri, si trasforma in una lotta per dare senso alla propria.

Il femminicidio, in questo film, non è un fatto di cronaca. È un vuoto che si insinua nel quotidiano, una violenza che si consuma nel silenzio, nella disattenzione, nella normalità. Angiulli sceglie di non mostrare l’atto, ma di farne sentire il peso. Il montaggio diventa metafora: ogni taglio è una ferita, ogni raccordo una domanda, ogni sequenza un tentativo di ricomporre ciò che è stato distrutto.

In un panorama cinematografico spesso incline alla spettacolarizzazione del dolore femminile, Io ti conosco sceglie la sottrazione. E proprio in questo gesto radicale trova la sua forza.

Il film non cerca di spiegare, ma di far sentire. Non offre soluzioni, ma invita a restare dentro il disagio, a non voltarsi altrove.

Il femminicidio è un tema sempre attuale, purtroppo. Ma è anche un tema che rischia di diventare retorico, anestetizzato, ridotto a hashtag. Io ti conosco lo restituisce alla sua dimensione più vera: quella dell’esperienza, della perdita, della memoria. E lo fa attraverso il cinema, che qui non è solo linguaggio, ma spazio etico, dispositivo critico, atto politico.

Distribuito da Galleria Toledo e DNA srl, il film è stato presentato al Festival del Cinema di Spello, e rappresenta una delle voci più urgenti e consapevoli del nuovo cinema italiano.

Un’opera prima che non chiede di essere capita, ma di essere ascoltata. Come un grido che arriva da lontano, e che non possiamo più ignorare.

 

 

 

 

 

Giovanni de Santis

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.