- Regia: Ulaa Salim
- Attori: Simon Sears, Nanna Øland Fabricius, Magnus Krepper, Halldora Geirhõsdóttir
- Genere: Fantascienza, Drammatico
- Paese: Danimarca, Islanda, Norvegia
- Durata: 100′
- al cinema dal 26 giugno 2025
Un tuffo ipnotico in un abisso mentale.
ll giovane oceanografo Elias si ritrova sospeso tra un amore appena sbocciato — quello per Anita, un’aspirante cantante — e la promessa di una carriera che potrebbe cambiarlo per sempre: unirsi a una missione per studiare una misteriosa frattura sul fondale oceanico, forse collegata a un fenomeno climatico che minaccia di stravolgere gli equilibri del pianeta. Elias sceglie l’abisso, abbandonando Anita e con lei ogni possibilità di un futuro condiviso, convinto che solo così potrà diventare “qualcuno”.

Ulaa Salim, cineasta danese che con Sons of Denmark (2019) aveva già fatto parlare di sé raccontando una Copenaghen tesa e spaventata, stretta tra terrorismo e paranoia identitaria, torna alla macchina da presa con Eternal cambiando scenario ma non smettendo di esplorare i confini invisibili tra ciò che crediamo di volere e ciò che siamo disposti a perdere pur di ottenerlo.
I rimandi al mare senziente di Solaris sono così evidenti che, se si ha avuto la “sfortuna” di averlo visto e amato, si rischia di precipitare subito in una sensazione di déjà vu: la stazione isolata, le visioni, l’amore perduto che ritorna come un riflesso nell’acqua. Il tema, già ampiamente sdoganato nel genere, fa presagire alcune scene sin dall’inizio, ma non è questo che conta davvero: quello che rimane è come Salim prova comunque a ritagliarsi uno spazio personale, usando l’abisso come metafora di una colpa che continua a gorgogliare dentro.

Eternal non è un film che cerca di spiegare o di stupire a tutti i costi: più che altro ti chiede di restare lì, un po’ in apnea insieme a Elias, mentre scendi sempre più a fondo tra quello che poteva essere e quello che ormai non è più.

Miriam Dimase