- Regia: Jia Zhangke
- Attori: Zhao Tao, You Zhou, Zhubin Li, Xu Changchu, Maotao Hu
- Genere: Drammatico
- Paese: Cina
- Durata: 111′
- Al cinema dal 17 aprile 2025
La storia d’amore che dura vent’anni, girata nel corso di vent’anni reali, dal 2001 al 2022, con gli attori che invecchiano naturalmente.
“Generazione Romantica” non è solo il racconto di un legame che attraversa il tempo ma è anche il ritratto della Cina in trasformazione, un’opera che si distingue per la sua capacità di fondere elementi sonori e visivi in modo unico. Un aspetto cruciale del film è l’uso delle canzoni, una mescolanza di melodie moderne e popolari che attraversano le epoche narrate. All’inizio, nel 2001, i ritmi pop cinesi e le ballate sentimentali risuonano nelle sale da ballo di Datong, evocando un’energia giovanile e una nostalgia condivisa. Con il passare degli anni, queste si intrecciano a suoni più contemporanei, quasi dissonanti, che riflettono il caos e la frammentazione della Cina post-pandemica. Le canzoni non sono solo un sottofondo: scandiscono il tempo, legano i personaggi ai loro ricordi e amplificano il senso di perdita e continuità, rendendo la colonna sonora un personaggio a sé.
Stilisticamente, Zhangke sembra ispirarsi al grande cineasta sovietico Dziga Vertov, maestro del montaggio e della narrazione visiva non convenzionale. Come Vertov in “L’uomo con la macchina da presa”, Zhangke adotta un approccio quasi documentaristico, catturando la realtà con inquadrature che lasciano spazio alla vita quotidiana. La camera osserva senza interferire, registrando volti, gesti e paesaggi urbani in mutamento, da fabbriche abbandonate a città ipertecnologiche. Questa tecnica, che richiama il “cinema-verità” di Vertov, dona al film una sensazione di autenticità cruda, ma anche di poesia. La storia d’amore tra Bin e Qiaoqiao, spezzata e poi ritrovata, si intreccia a questo stile: il loro silenzio, i loro sguardi, parlano più delle parole, mentre la Cina cambia intorno a loro.
“Generazione Romantica” diventa così un’elegia che unisce musica e immagine, passato e presente, in un omaggio alla resilienza umana e a una nazione in bilico tra romanticismo e modernità spietata.
Miriam Dimase