L’edizione 2025 della Festa del Cinema di Roma sarà ricordata dai cinefili irriducibili anche per la raffinata sezione riservata alla “Storia del Cinema”. Tra le tante opere proposte, una nota particolare va dedicata al bel documentario di Giulio Laroni “Il cinema secondo Corman”, proiettato alla Casa del Cinema venerdì 24 ottobre alle 21.30.

Per chi non lo sapesse, Roger Corman, recentemente scomparso, è stato l’icona del cinema low budget (da non confondere col B-movie, come lui stesso teneva a precisare): un cinema creativo, intelligente e coraggioso, capace di sfornare un numero imprecisato di cult movie, tra i quali anche ai meno tifosi diranno qualcosa titoli come “La piccola bottega degli orrori”, “L’odio esplode a Dallas”, “L’uomo dagli occhi ai raggi X”, “Cinque per la gloria” (1964), “Il clan dei Barker” e il ciclo dedicato ad Edgar Allan Poe.
Il film di Giulio Laroni è costruito intorno a una lunga conversazione con Corman, nel suo ufficio di Brentwood a Los Angeles con l’idea, piuttosto audace e originale, di abbinare una tavola rotonda in cui tre personaggi in qualche modo legati a Corman, moderati dal direttore della fotografia Davide Mancori, discutono di cinema partendo dalle suggestioni del maestro del cinema Indie americano. Si tratta di Ruggero Deodato (purtroppo nel frattempo scomparso), considerato l’erede italiano di Corman; Daniele Nannuzzi (il cui padre, Armando, ha lavorato con Corman); e poi ci sono io, Luigi Sardiello, in virtù dei miei studi su Corman e della mia esperienza di sceneggiatore.
Ne è venuta fuori una originale lezione di regia, in cui con la consueta generosità (la stessa che gli ha consentito di far esordire e di far esordire gente del calibro di Coppola, Scorsese, De Niro, Nicholson e molti altri) Roger Corman svela la sua personale grammatica cinematografica e i suoi trucchi del mestiere a un pubblico di ideali allievi.

Luigi Sardiello
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
															 
															