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L’ULTIMO CABARET

Regia: Eugenio Rigacci
Con: Claudio Bisio, Ale e Franz, Luciana Litizzetto, Paolo Rossi

In anteprima internazionale a Milano al festival Visioni dal mondo, sabato 13 settembre alle ore 21.25 al Teatro Litta.
Il regista, insieme ad alcuni dei protagonisti del film, sarà presente in sala.

Gli esseri umani amano bere e divertirsi. E dunque amano il cabaret perché si ride e si beve, non per forza in quest’ordine. Ma che cos’è il Cabaret? Farsi questa domanda è necessario perché non sempre si attribuisce al termine il significato giusto.
Il documentario analizza il fenomeno Cabaret dalle origini parigine (è il 1881 quando il pittore Rodolphe Salis aprì il famoso locale “Le Chat Noir”) ai tempi nostri direttamente dal racconto dei suoi protagonisti. Un excursus storico artistico che sottolinea come il Cabaret abbia un andamento ciclico ed episodico. Nasce nell’underground con gli occhi della tigre e si istituzionalizza restando felino, ma diventando un gatto domestico.
Per fare questo il documentario analizza il concetto stesso del ridere di cui il “comico” non rappresenta che una parte. Esiste infatti una grande differenza tra la risata usata come strumento e la risata usata come scopo, la differenza che esiste tra Cabaret e Varietà, cioè tra chi fa ridere per raccontare e chi racconta per far ridere.
Note di regia: “C’è una storia che attraversa la cultura dalla fine deIl’Ottocento a oggi ed è fatta di parole, poesia, musica, pittura e canzoni, che ha prodotto capolavori artistici assoluti, sperimentando nuovi linguaggi alimentati da un sano ribellismo delle idee. Una storia di personaggi deflagranti e di alti obbiettivi artistici, da Toulouse-Lautrec a Cochi e Renato, da Giorgio Gaber a Filippo Tommaso Marinetti, passando da Dario Fo e Enzo Jannacci fino ad arrivare a Zelig con i suoi interpreti. È la storia del Cabaret, che in Italia non è mai stata raccontata.
Una storia che dimostra che questo genere di spettacolo non coincide con la comicità, anche se nel Cabaret si ride, e che non è solo un luogo, ma è una forma di spettacolo.
Il Cabaret infatti, è frutto di un’indoIe libertaria, figlia irriverente del libero pensiero che da sempre ribolle nei sobborghi della storia dell’umanità. Personalmente sono dell’idea che uno dei modi migliori per raccontare una storia sia quello di sposarne lo spirito. Per descrivere un “genere” artistico e ancor più cercare di spiegarlo, si deve partire da un inevitabile e rigoroso studio della materia che permette di comprendere a pieno l’argomento, farlo proprio e se possibile, raccontarlo attraverso il suo linguaggio.
Per questo ho voluto raccontare il Cabaret attraverso alcuni dei suoi ingredienti, tra tutti in particolare: la sorpresa, l’originalità e la poesia.”
Rigacci dal 1997 fino al 2015 lavora a Roma come aiuto regista per le principali produzioni italiane di film, serie TV e spot.
Dal 2015 al 2021 è regista di seconde unità in serie TV come “Rocco Schiavone”, “Sotto Copertura”, “Non dirlo al mio Capo”, “Tutto il mondo è paese”.
Nel 2021 e nel 2022 vince due premi Mibact per la scrittura con le sceneggiature “Il Gatto nero (Ultimo Cabaret)” e “I Nastri di Arianna”.
Dal 2024 lavora alla produzione di documentari come appunto “L’ultimo Cabaret” e “Generazione Video Music” (attualmente in lavorazione).
La direzione

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.