Skip to content

San Remo – – (meno meno)

il festival di san remo è una di quelle mostruosità di cui l’Italia non si rende conto, un po’ a causa della tradizione , un po’ per la mancanza d’ingegno dei dirigenti della Rai e un po’ per la diffusa corruzione che lo sostiene. L’enorme pubblicità che ne viene fatta, e i cui costi non vengono minimamente calcolati, sarebbe sufficiente per lanciare qualunque programma, ma sembra quasi naturale che per una settimana si parli solo del festival e dei suoi protagonisti.

Claudio Baglioni, Virginia Raffaele, Il Volo, Mahmood, Ultimo, Claudio Bisio sul palco dell’Ariston

Baglioni, molto ben pagato, rinuncia alla sua carriera per diventare una specie di buffone goffo e brutto, accompagnato da compagni d’avventura scelti per il fatto che non lo debbano surclassare. Bisio sempre più calvo grazie al cravattino e a quelle orrende giacche, da solo non sa cosa fare, declama versi retorici e non strappa nemmeno un sorriso, l’imitatrice, di cui non ricordo il nome (Virginia Raffaele ndr), come tutte le donne dello spettacolo tenta di essere la bellona di turno e perde ruolo e funzione.

E che dire dei cantanti?? Una banda di vecchi truccati e rifatti, penosi nel tentativo di suscitare ancora sensazioni forti, più una banda di giovinastri dimenticabili e tatuati, con orecchini, piercing e quant’altro che si inventano concetti moderni e rivoluzioni di costume. Interpreti di pezzi che iniziano ormai tutti con una sorta di recitativo a mezza voce che conduce ad un inciso che incisivo proprio non lo è. Siamo preda della convenzione e della corruzione, perché mentre i poveri spettatori si lasciano trasportare dalla gara, c’è qualcuno che guadagna a man bassa, qualcuno che ruba e qualcuno che truffa, tutto sotto l’immagine del povero santo ignaro di essere il riferimento annuale di questa gigantesca schifezza editoriale di cui la Rai e’ soddisfatta. Evviva.

Michele Lo Foco

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.