il festival di san remo è una di quelle mostruosità di cui l’Italia non si rende conto, un po’ a causa della tradizione , un po’ per la mancanza d’ingegno dei dirigenti della Rai e un po’ per la diffusa corruzione che lo sostiene. L’enorme pubblicità che ne viene fatta, e i cui costi non vengono minimamente calcolati, sarebbe sufficiente per lanciare qualunque programma, ma sembra quasi naturale che per una settimana si parli solo del festival e dei suoi protagonisti.

Baglioni, molto ben pagato, rinuncia alla sua carriera per diventare una specie di buffone goffo e brutto, accompagnato da compagni d’avventura scelti per il fatto che non lo debbano surclassare. Bisio sempre più calvo grazie al cravattino e a quelle orrende giacche, da solo non sa cosa fare, declama versi retorici e non strappa nemmeno un sorriso, l’imitatrice, di cui non ricordo il nome (Virginia Raffaele ndr), come tutte le donne dello spettacolo tenta di essere la bellona di turno e perde ruolo e funzione.

E che dire dei cantanti?? Una banda di vecchi truccati e rifatti, penosi nel tentativo di suscitare ancora sensazioni forti, più una banda di giovinastri dimenticabili e tatuati, con orecchini, piercing e quant’altro che si inventano concetti moderni e rivoluzioni di costume. Interpreti di pezzi che iniziano ormai tutti con una sorta di recitativo a mezza voce che conduce ad un inciso che incisivo proprio non lo è. Siamo preda della convenzione e della corruzione, perché mentre i poveri spettatori si lasciano trasportare dalla gara, c’è qualcuno che guadagna a man bassa, qualcuno che ruba e qualcuno che truffa, tutto sotto l’immagine del povero santo ignaro di essere il riferimento annuale di questa gigantesca schifezza editoriale di cui la Rai e’ soddisfatta. Evviva.
Michele Lo Foco
