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DIABOLIK SONO IO

Regia di Giancarlo Soldi.

con Luciano Scarpa – Claudia Stecher Stefania Casini – Riccardo Mei – Manuela Parodi Marco Vivio – Francesca Fiorentini – Paolo Buglioni Soggetto e Sceneggiatura Mario Gomboli e Giancarlo Soldi

Fotografia Giuseppe Baresi

Montaggio Silvia Di Domenico

Musica di Teho Teardo Scenografia e Costumi Valentina di Palma

Docufilm sul mitico personaggio che ha appassionato diverse generazioni di giovani e non, molti saranno i testimoni dell’olimpo del fumetto (vedi Milo Manara,i fratelli Manetti, Carlo Lucarelli, Mario Gomboli ed altri) che ci faranno scoprire i segreti e i piani “diabolici” del misterioso uomo che tutti conoscevano, ma nessuno poteva smascherarlo. Diabolik, enigmatico rapinatore assassino o ricco guascone che sfidava la vita e la morte continuamente??? Diventando poi fenomeno di costume, studiato da sociologi ed esperti di comunicazione??. Il primo albo (ora si chiamerebbe graphic novel) è datato Novembre 1962, con una sola trasposizione cinematografica del 1968, diretta dal regista Mario Bava. Dopo poco più di 50 anni i dati sono spaventosi: quasi 150 milioni di copie, con oltre 3 milioni distribuite all’anno. Senza parlare dello sconfinato merchandising. Come dimostra la teoria di Pareto l’ottanta % del team che realizza il fumetto è costituito da donne, per descrivere un personaggio così maschile ci vogliono per forza le donne.

Le ricche interviste ci sveleranno (in parte) il mistero che avvolge sia il protagonista che la sua compagna Eva Kant (che si pronuncia come si legge, in memoria del filosofo tedesco). Come la super car che lo accompagna nelle sue rocambolesche fughe, in molti pensano sia una Porsche, invece è una Jaguar Type del 63.

Molto ci colpirà dalle citazioni degli intervistati, ma una mi ha colpito su tutte, lo scrittore Carlo Lucarelli dice: Diabolik non ha mai preso la strada dei cani. Per conoscere il significato, bisogna andare al cinema e lo scoprirete. Evento speciale il 12-13-14 Marzo.

Giovanni De Santis

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.