Regia di Vivian Qu
Cina. Ai giorni nostri.
Le cugine Tian Tian ( Liu Haocun) e Fang Di (Vicky Chen)crescono come sorelle finché gravi lotte all’interno della famiglia non le separano. Fang Di va a lavorare come stuntwoman in in uno dei più grandi studi cinematografici cinesi. Tian Tian diventa madre single e rimane in casa a gestire il padre drogato e violento. Diventa preda della mafia locale e, costretta a uccidere uno spacciatore, viene poi perseguitata per vendetta. Obbligata a scappare nella grande città, Tian Tian cerca la cugina. Riunite contro la loro volontà e inseguite dalla mafia, le due donne dovranno unire le loro forze per sfuggire a un destino drammatico che minaccia di consumarle entrambe.
Uno spaccato violento e maschilista della Cina odierna tratteggiato in modo realistico dalla regista.
Senza nessuna benevolente concessione giustificatoria Vivian Qu mostra una Cina capitalistica che non è quella della propaganda governativa ma è quella che ha preso dal capitalismo gli aspetti negativi: corsa al danaro, droga, mancanza di diritti sul lavoro, distruzione del più debole, in questo caso soprattutto del mondo femminile.
La violenza colpisce il mondo femminile in casa e fuori.
Tra le mura domestiche assistiamo a scene violente al limite della sopportazione, all’esterno un regista tiranno costringe a girare scene pesantissime dal punto di vista fisico la giovane stuntwoman.
La brutalità delle scene rende la narrazione molto tesa, da vera storia thriller.
Un ritratto veramente greve della Cina odierna in cui la regista riesce a mandarci un messaggio positivo solo attraverso la lotta delle due donne.
La nostalgia wuxia aleggia.
Presentato in concorso alla Berlinale del 2025.
Maria Serena Pasinetti