- Regia: Ellen Kuras
- Attori: Kate Winslet, Alexander Skarsgård, Andrea Riseborough, Andy Samberg
- Genere: Biografico
- Paese: Gran Bretagna, Usa
- Durata: 117′
- Al cinema dal 13 marzo 2025
La vita avventurosa di Lee Miller (Kate Winslet) , una modella statunitense che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si trasforma in una corrispondente di guerra per la rivista Vogue, documentando gli orrori del conflitto attraverso la sua macchina fotografica.
Il film si concentra in particolare sulle sue esperienze durante gli ultimi giorni della guerra in Europa, inclusa la liberazione dei campi di concentramento nazisti. Non è un caso che la regista, abbia scelto di dirigere proprio la vita di Lee Miller. La sua esperienza come fotografa potrebbe averla sensibilizzata maggiormente alla storia di questa donna che ha segnato la storia della fotografia e del foto giornalismo, soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale. La scelta di Kuras di dirigere questo film sembra dunque una combinazione naturale tra la sua passione per la fotografia e la volontà di raccontare una storia di grande valore storico e umano, che riflette anche la forza e la resilienza femminile, temi che sono spesso centrali nel suo lavoro.
Il film si poggia in gran parte sulla magnetica interpretazione della protagonista, che regge sulle proprie spalle il peso di un personaggio complesso e sfaccettato come Lee Miller.
Tuttavia, il film non si accontenta di essere un semplice ritratto celebrativo: si muove in crescendo, trovando progressivamente il suo ritmo e la sua intensità narrativa. Se inizialmente l’approccio sembra quasi esitante, con una costruzione che fatica a restituire la piena profondità della Miller senza entrare troppo bruscamente nella sua vita, la pellicola recupera vigore nell’ultima parte. Qui finalmente emerge con più forza l’anima ribelle e tormentata della protagonista, offrendo un ritratto più incisivo e coinvolgente.
Non era un’impresa semplice condensare l’essenza di una figura così poliedrica—modella, fotografa, reporter di guerra—senza rischiare di sacrificare qualche aspetto della sua personalità. Il film riesce comunque a restituire almeno in parte il senso del suo percorso, accompagnando lo spettatore in un viaggio che, pur tra qualche esitazione iniziale, trova la sua piena espressione nel finale.
Miriam Dimase