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RIVOGLIAMO TUTTO. IL RITORNO DI FRANCHESCA PAGE

Regia di Kelley Sane.

Un film con Varla Jean Merman, Rossy De Palma, Tara Leon, Mark Dandy, Maureen Griffin

La Franchesca Page di Kelley Sane riemerge dagli anni ‘90, con il marchio Adamantis, potete anche acquistarlo in dvd grazie alla distribuzione in home video di DNA srl. Lo troverete in videoteca, librerie e digital shop. In principio era una bella provocazione, fatta bene, all’americana: Varla Jean Merman nella parte della mamma biologica (single e lavoratrice) e di una performer migliore di quella che cantava “I’m better than you…”. C’era anche una piccola lotta del Bene contro il Male, perché se lo show goes on va tutto bene, ma se lo show è anche bello siamo tutti più felici. Già. A proposito: che cosa abbiamo fatto della felicità?

Franchesca Page era uno scherzo lucente – ma uno scherzo non è uno sberleffo – e poi la presenza di Melba (incontenibile, bevitrice, religiosissima) aggiungeva una certa grazia. Perché Franchesca Page non è un film grottesco, ma un film sulla famiglia non tradizionale (nonna, mamma, figlia e Melba) e sull’arte. Poi vedevamo Rossy de Palma, direttamente dal pianeta Almodóvar. E sorridevamo, con vent’anni di meno sull’anima: pensavamo che tutto questo era semplicemente giusto, e in più era fatto bene. È chiaro che per non essere grotteschi come la figlia di Fantozzi bisogna essere molto tecnici. Proprio molto, fino al virtuosismo: Johnny Depp sarebbe diventato la meravigliosa Bon Bon di Prima che sia notte di Schnabel. Da Tootsie all’eternità, passando per il caro Ed Wood (e di nuovo per la performance di Depp per Tim Burton, anno 1994). Si vede che c’è un virtuosismo dei sentimenti: inventare il proprio modo di amare. E la propria famiglia, più o meno tradizionale. C’è un virtuosismo dell’attore: non offendere il modello, non deformarlo. Ma onorarlo nella variazione. E così Varla è una madre modello. Negli anni ’90 imparavamo che i ruoli potevano essere un po’ ribaltati. Perché no? I modelli tradizionali sarebbero potuti esistere, certo. E intanto sarebbero fioriti modelli alternativi e paralleli, come il matriarcato autoironico di Franchesca Page. Credevamo che questo ribaltamento sarebbe stato anche estetico. E oggi? Il gineceo di Suspiria di Guadagnino è tutto il contrario: plumbeo e deforme, perché – parola di Tilda Swinton – bisogna fare del male alla bellezza e la bellezza è vietata; e allora ameremo Roma di Cuarón, dove Cleo è il “cuore semplice” di Flaubert e non fa tante storie quando riesce a stare in equilibrio su una gamba e a salvare i bambini dal mare. E oggi? Che provocazione è una Franchesca? La provocazione non è nel film in sé.

Visto oggi, il film è semplicemente molto dolce per gli occhi e le orecchie. Ma la provocazione è in un punto molto speciale: il rilancio fuori tempo di Franchesca Page. In fondo è una psicomagia alla Jodorowsky, perché abbiamo sentito una mancanza. Del nostro passato ci mancano l’allegria e il virtuosismo tecnico, messi insieme. È un matrimonio che abbiamo sciolto, per essere solo allegri o solo virtuosi. Era un errore di comunicazione, e soprattutto un errore di vita. Invece rivogliamo tutto. E così Franchesca Page va a Milano, Genova, Piacenza, Bologna, Catania, da qui alle rose di maggio. La prima data è il 18 marzo, con MovieDay: http://www.movieday.it/event/reserve/reserve?event_id=1962.

Massimo Sannelli

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.