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Tutto quello che vuoi

Tutto quello che vuoi è il terzo lungometraggio di Francesco Bruni (Scialla, 2011 e Noi4 del 2016), autore noto soprattutto per il suo lavoro di sceneggiatore (tra gli altri tutti i film di Paolo Virzì e la serie di Montalbano). Il film racconta di un incontro tra Giorgio, un anziano poeta malato di Alzheimer e Alessandro, un giovane nullafacente apparentemente rozzo e insensibile. Attraverso la frequentazione, l’osmosi tra due mondi lontani, la regressione che innesca speranze nei giovani scapestrati, il precettore – a colpi di dolcezza, lessico forbito e stralci poetici – riesce a far emergere nel suo pupillo virtù che sembravano inesistenti, ed alla fine del percorso di formazione del giovane (un’arrampicata simboleggiata dalla scala che percorre per raggiungere Giorgio) sancire “un bilancio tra quello che è stato e quello che potrà essere”, come lo stesso autore scrive nelle note di regia.

Il film è supportato da sapiente regia e sceneggiatura ad orologeria che disegna con precisione di riferimenti una ragnatela di relazioni; bravi gli attori (speciale Giuliano Montaldo, già monumento del cinema politico italiano, quello dei Petri, dei Rosi, del cosiddetto “compromesso linguistico”, tutti all’altezza i quattro giovani arrabbiati, in particolare Andrea Crapanzano, centrati i ruoli di contorno). Bruni riesce a toccare le corde dell’emozione e ripropone – in tempi che sembrano trascurarli – i valori dell’esperienza e dell’umiltà, attraverso la fusione di universi lontani eppure paralleli. Ciò è reso attraverso funzionali trovate: una diavoleria moderna (cosi la chiamerebbe Giorgio) come la Playstation riesce a far rivivere in televisione il grande Torino della tragedia di Superga o scene di guerra che innescheranno i ricordi/flashback di Giorgio della seconda guerra mondiale. Viceversa i giovani saranno ammaliati dai deliranti potenti graffiti sul muro della casa di Giorgio fino ad avviare una vera e propria caccia al tesoro in Toscana che….

Tutto quello che vuoi è un monito: riesce nell’intento di sovvertire le apparenze che vedono le persone anziane come svagate e anacronistiche rispetto ai tempi, e i giovani assolutamente privi di sensibilità e partecipazione, se non per le loro attività ludiche. E lo fa divertendo e commuovendo.

Gaetano Gentile

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.