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Oltre il revenge movie, Park Chan-wook e la Trilogia della vendetta – Parte I

«Vendicarsi di un nemico è ricominciare un’altra vita».

Publilio Siro, Sententiae

Per una definizione…

In quel crogiuolo incandescente di ideali militanti, rivendicazioni socio-culturali e aspettative frustrate che furono gli anni ’70, vide la luce, all’interno dell’exploitation – un cinema di “sfruttamento” (di sesso, droga, politica) che colpisce allo stomaco –, il rape and revenge movie.
B-movie 
da Grindhouse, questa tipologia filmica nata negli States impiega il concetto di vendetta per mettere in scena una violenza “nuda” (le scene di sesso abbondano), pura,  priva d’indagine psicologica – anche se le letture interpretative non mancano (come nella Feminist film theory)–; una violenza cruda, brutale, fine a se stessa, che pungola la pulsione voyeuristica dello spettatore – non è un caso, infatti, che i vengeance movie siano stati tra i più discussi e tra i più sforbiciati dalla censura d’oltreoceano (ma anche da quella italiana: L’ultimo treno della notte di Aldo Lado, 1975, per esempio).

Una scena dal film “L’ultimo treno della notte”

Racconti con una struttura narrativa codificata. Tre atti di norma:
1) Una ragazza viene rapita da un “branco” di uomini attratti dalla sua innocente bellezza.
2) Nonostante le atroci torture – ricorrenti sono i casi di stupro (da qui il nome del sottogenere), come ne L’ultima casa a sinistra di Wes Craven (1972) –, la protagonista riesce a salvarsi.
3) Sopravvissuta, la giovane donna si trasforma da vittima (sacrificale) in carnefice, massacrando senza pietà i suoi aguzzini.

«O amore! O Manon!»:esempi

I Spit on Your Grave di Meir Zarchi (1978) è uno dei caposaldi del sottogenere.
Nella prima parte della pellicola viene rappresentata la cupidigia dell’uomo –  un predatore sessuale, un animale affamato di carne – attraverso un (iper)realismo ai limiti della tollerabilità – la sequenza dello stupro di gruppo nel bosco –; nella seconda, invece, Jennifer (la protagonista), novella Aletto, sfruttando quel fascino causa della sua reificazione in oggetto sessuale, ottiene la vendetta tanto agognata, uccidendo i suoi aggressori – memorabile, in tal senso, la scena d’evirazione nella vasca da bagno (l’uomo privato della sua “arma”), commentata ironicamente dalle note di Puccini.


Con il passare dei decenni il revenge movie si è consumato, dissolto in altri generi – l’horror anni ’80, per esempio – o assorbito nella poetica di alcuni cineasti – Kill Billvol. 1(2003) e vol. 2(2004) di Quentin Trantino. Tra gli esempi contemporanei merita una menzione speciale Reversal – La fuga è solo l’inizio(2016) di Josè Manuel Cravioto, in cui il regista messicano destruttura il vengeance moviemanipolando il “tempo della vendetta”: come s’intuisce dal titolo, infatti, il film inizia dove solitamente gli altri si concludono, dalla fuga della protagonista.

Alessio Romagnoli

autobiography - il ragazzo e il generale

Al cinema dal 4 Aprile

Rakib, un giovane ragazzo indonesiano, diventa assistente di Purna, ex generale del regime in pensione. Quando Purna inizia una campagna elettorale per essere eletto sindaco, Rakib si lega all’uomo, diventato per lui mentore e figura paterna. Un giorno, però, un manifesto elettorale di Purna viene trovato vandalizzato: un gesto che avrà conseguenze inimmaginabili per entrambi.
Con un ritratto intimo di due generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, il regista Makbul Mubarak ripercorre un doloroso periodo storico della sua nazione con un thriller intenso, che presenta forti risonanze con la contemporaneità ed una forte universalità del tema della lealtà e della vicinanza al potere.

i film per non dimenticare

27 Gennaio 2024

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) ci sembra opportuno segnalarvi una selezione di film nel nostro catalogo che sono stati fondamentali nel racconto di ciò che è successo durante gli anni della dittatura nazista: dai film di propaganda ai documentari, dalle prime opere realizzate nella Germania Est al cinema hollywoodiano, per conoscere il ruolo fondamentale della settima arte nella storia, nonché importante strumento di conoscenza. 

Nelle sezione “Guerra” sul nostro sito potrete quindi trovare capolavori come “I figli di Hitler”, un’aspra critica del regista Edward Dmytryk sull’educazione hitleriana, al vincitore del Festival di Locarno “Rotation” e il film perduto della propaganda nazista “Das Ghetto”.

Le muse impenitenti

L’associazione e compagnia teatrale le Muse Impenitenti, Marinetta Martucci e Arianna Villamaina, due attrici potentine, tornano a calcare il palcoscenico con una nuova esilarante ed originalissima commedia: Come lo zucchero per il caffè – ‘‘O Teatro è ‘o paese d’ ’o vero. Una commedia divertente e con performance di danza fuori le righe, che ci trasporta in un musical vero e proprio per poi allietare il pubblico con una sorpresa golosa. Lo spettacolo è un contenitore di arte a tutti gli effetti ed è un inno alle mille sfaccettature che in essa sopravvivono.