CONNECTED

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Il film, lanciato da BIP, una multinazionale di consulenza, si avventura nel settore audiovisivo con una visione olistica. La regista e sceneggiatrice Simona Calo e l’autore e produttore Luca Monaco (Global Head of Creative and Production di BIP) hanno creato un’opera dalla struttura composita.

La trama si snoda tra interviste con esperti del mondo accademico, del business, della politica, della creatività e della medicina. Questi esperti ci guidano attraverso il rapporto simbiotico tra l’umanità e la tecnologia, in cui i loro destini intrecciati plasmano il corso del nostro futuro collettivo.

“Connected” affronta anche questioni etiche cruciali. La tecnologia è ormai parte integrante della vita di ciascun individuo, estendendosi alla sfera sociale, lavorativa e domestica. Tuttavia, non tutti hanno la stessa accessibilità agli strumenti tecnologici. Il divario generazionale è evidente, e il documentario ci invita a collaborare e sostenere reciprocamente chi è più vulnerabile ai cambiamenti.

In un mondo in continua trasformazione, l’inclusione diventa imperativa. Dobbiamo neutralizzare i potenziali esiti negativi e assicurarci che l’IA sia al servizio di tutti.

Questo è il risultato che mi ha fornito l’intelligenza artificiale al mio “comando“o alla mia richiesta di scrivermi il “pezzo”.

Ora posso liberamente esprimermi e mettermi in competizione con il mio futuro, la prima domanda che mi pongo (dato che alla presentazione, molto interessante ed esaustiva, non ci hanno dato modo di fare) è:

perché si può vedere solo su due piattaforme?

Una scelta o non sono stati in grado di trovare un “venditore” (umano, il classico Sales Manager) che renda fruibile il prodotto in maniera virale e completa, ovvero in rete? Certo sarà visibile in molti Paesi ma non in tutte le piattaforme digitali che, guardando il titolo, non sono tutte collegate.

Il docufilm non si pronuncia esplicitamente se è giusta o sbagliata l’IA, ma dice entrambe le cose: è utile ma dobbiamo saperla gestire e gran parte delle responsabilità la relegano alla politica che dovrebbe tutelare in maniera completa, questo cambiamento epocale.

Direi che non sono propriamente rassicurato, se si basano su questo dato, alcuni (molti) politici non sanno neanche usare il computer e le sue innumerevoli APP

Hanno citato anche gli Alieni per sottolineare il futuro e direi di essere d’accordo perché saremo noi (ovvero quei pochi) che sapranno usare questa tecnologia in continui movimenti, tutti gli altri alienati, distaccati, lontani perché ci sarà qualcuno che potrà fare tutto in tutti i campi, chiaramente tutelati da superpartes, (vedi i politici).

Chiudo dicendo che ho chiesto anche un claim alla mia chat: Ridefinendo l’umanità con l’intelligenza artificiale” o “L’IA che connette il mondo

Ma quale mondo sarà?

 

 

 

 

Giovanni De Santis

Intervista a Helena Geraci

Helena Geraci è un’attrice catanese che da oltre 5 anni vive a Los Angeles dove lavora nel cinema e teatro. Qualche anno fa ha inoltre fondato una community per artisti chiamata LA Creative Circle, attraverso cui organizza eventi e workshops sul settore dell’ entertainment in California, con la collaborazione di grandi professionisti nel campo del cinema.

L’abbiamo intervistata per conoscere meglio il settore della settima arte da chi lo vive in prima persona, per di più oltreoceano, dandoci l’opportunità di comprendere i suoi meccanismi e differenze con l’Italia.

Helena, raccontaci intanto qualcosa di te e com’è stato il tuo percorso formativo e professionale finora.

Recito da quando avevo vent’anni, soprattutto nel mondo del teatro indipendente. Il mio percorso professionale però mi ha portato per circa 15 anni da tutt’altra parte: come spesso accade le prospettive di lavorare nel mondo artistico spaventano, soprattutto la famiglia, che infatti mi ha suggerito di seguire un percorso più tradizionale portandomi a conseguire una laurea in comunicazione internazionale e marketing. L’università e le opportunità di lavoro successive mi hanno dato l’opportunità di viaggiare molto sia in Italia che in Europa, nonché di portarmi proprio qui in California. Una volta trasferitami a Los Angeles sono entrata in contatto con molti artisti e questo ha riacceso in me la passione per il mondo dello spettacolo. Ho deciso così di seguire diversi corsi di recitazione e non solo qui a Los Angeles: corsi di lingua, di dizione, di improvvisazione ma anche di fitness. Dal primo corso concluso nel 2020 ho rimesso piede sul palcoscenico e ho capito che non avrei più dovuto abbandonare questo sogno.

Quali sono le esperienze che più ti sono piaciute e che ti hanno più colpito?

Ho recitato in alcuni cortometraggi con produzioni indipendenti e sono riuscita a fare molto teatro, un’esperienza ricchissima perché amo il rapporto diretto con il pubblico ma ovviamente sono rimasta anche molto colpita dagli imponenti studi della Warner Bros quando ho partecipato alla realizzazione di Joker 2. Ho svolto dei lavori di voice over e continuo tuttora, specialmente nel settore dell’animazione esperienza anch’essa formativa – oltre che molto divertente – soprattutto perché qui usa molto ricrearsi lo studio a casa (il tanto ambito lavoro da remoto è una realtà), il che dà la possibilità di conoscere meglio anche l’aspetto tecnico di questo settore e davvero non si finisce mai di imparare! Non sono mancati poi i ruoli in diverse pubblicità, anche queste interessanti soprattutto ora che sono legate ai nuovi sistemi di intelligenza artificiale.

A proposito di intelligenza artificiale, alla luce dello sciopero di Hollywood di quest’estate e in base alla tua esperienza, cosa ne pensi? Può essere uno strumento utile o rappresenta più una minaccia?

Personalmente per quanto riguarda il suo uso nel cinema, mi spaventa parecchio. Ho visto come viene usata specialmente nella rappresentazione di scene corali nei film dove viene sfruttata l’immagine degli attori più volte così da non chiamare le comparse per esempio, quindi in questo senso la vedo come una minaccia. Credo che sia un ottimo strumento complementare, specialmente per quanto riguarda l’animazione e i videogame, ma non deve in nessun modo sostituire la presenza fisica degli attori. 

Per quanto riguarda invece più in generale il lavoro nel mondo dello spettacolo, che differenze trovi fra Italia e Stati Uniti? 

Negli Stati Uniti si respira pienamente la cultura dell’intrattenimento ed esiste un forte spirito di collaborazione e meritocrazia. Anche l’aspetto formativo è diverso rispetto all’Italia, qui l’approccio è più completo, riguarda il mondo dello spettacolo a 360° e permette di muoversi in questo ambito anche senza avere particolari conoscenze. Non credo che sarei riuscita a fare le stesse esperienze in Italia, anche perché qui l’offerta è molto più ampia, c’è tantissima scelta. Sicuramente esistono ancora grossi limiti anche da queste parti, soprattutto per quanto riguarda i ruoli che vengono affidati soprattutto per via dell’aspetto fisico o dell’accento, come nel mio caso, ma ho imparato a renderlo una mia particolare caratteristica, una nota distintiva. 

Nel futuro cosa ti aspetti? Stai lavorando a qualche progetto in particolare?

Sicuramente mi piacerebbe addentrarmi nel mondo della produzione sfruttando le competenze acquisite come Project Manager. Adesso sto lavorando a un film proprio di produzione italiana, girato tra Sicilia e Stati Uniti, un thriller psicologico di regia di Giuseppe di Biasi – Hethol Productions, al momento in post-produzione. Più avanti parteciperò anche ad alcuni festival.

Dal set del film Killer Card

Perfetto. Concluderemmo allora con una domanda un po’ più “pop”: Con quali attori ti piacerebbe lavorare e quali registi preferisci?

Sicuramente con Dan Levy, diventato famoso con la serie Schitt’s Creek, perché essendo anche scrittore lo considero più profondo e con una spiccata sensibilità ed empatia. Per quanto riguarda i registi invece io apprezzo molto tutti quelli che affrontano storie drammatiche o in qualche modo scomode, difficili da raccontare. Per esempio Noah Baumbach con il suo “Storia di un matrimonio”.

Ecco alcuni link dove scoprire qualcosa di più su Helena:

Sito Web: https://www.helenageraci.com/portfolio

Pagina IMDB: imdb.me/helenageraci

Facebook: https://www.facebook.com/helena.geraci

Instagram: https://www.instagram.com/helenofsicily

https://www.instagram.com/la_creativecircle/

Reel cinematografico e film precedenti: https://linktr.ee/helenofsicily

A.I. Intelligenza artificiale

Tanto si parla dell’intelligenza artificiale in questo momento, robot con fattezze simpatiche che aiuteranno il genere umano o ruberanno il lavoro??? Una sfida filosofica e antropologica.


Il cinema è avanti almeno di 90 anni sull’intelligenza artificiale, dal mitico Metropolis di Fritz Lang film distopico, dove una macchina con le fattezze di Brigitte Helm tenta di salvare gli operai ma finisce al rogo.
Gli attori che sono apparsi con storie fantastiche e drammatiche: la cubana Ana de Armas moglie ideale per l’agente K, Ryan Gosling in Blade Runner 2049 remake dell’altro famoso Blade Runner, James Callis e Tricia Helfer nella serie TV Battlerstar e Evan Rachel Wood nell’altra serie TV Westworld, Rihanna in Valerian e la città dei mille pianeti, Winona Ryder in Alien resurrection, Michael Fassbender in Alien: covenant e tanti altri.
Questi attori sono stati i protagonisti della cosiddetta gig economy, dove i robot sostituiscono i vari lavoratori o aiutano eroi in imprese pazzesche.
Ma quando ci saranno vere macchine che potranno sopperire alle carenze di relazione dell’impiegato informatico Jaquin Phoenix o alle fattezze della bellissima Scarlett Johansson di Ghost in the shell???.


Sono certo che non ci vorrà molto a questo confronto e non saranno cose dell’altro mondo, chiudendo anche il capitolo Harvey Weinstein, mettendo a tacere denunce e gossip di attori sia del genere maschile che femminile, riuscendo finalmente a vincere la battaglia dei sessi.